Domenico Massari, 58 anni, ha aggredito e strangolato Antonio Magrini, 67, in carcere per droga. Alle origini del delitto forse una lite per ragioni di spazio.
Opera (MI) – Ci sarebbe una lite, probabilmente dovuta al dover condividere spazi ristretti, alla base del delitto consumato venerdì sera intorno alle 22.30 nel carcere di Opera, alle porte di Milano. A farne le spese Antonio Magrini, 67 anni, in galera per traffico di droga, aggredito e ucciso dal compagno di cella, l’ergastolano Domenico Massari, di 58: colpito alla testa con un oggetto, poi strangolato con la cintura dell’accappatoio.
Massari sta scontando a Opera l’ergastolo per l’omicidio dell’ex moglie Deborah Ballesio, avvenuto a Savona il 14 luglio 2019. L’uomo entrò all’“Acquario”, locale in cui l’ex era per una festa, e le sparò 6 colpi di pistola mentre lei stava partecipando al karaoke. I colpi raggiunsero anche altre tre persone, tra le quali una bimba colpita di striscio, e due donne, ferite alle gambe. Dopo il delitto Massari fuggì dal locale per presentarsi, intorno alla mezzanotte del giorno dopo, nell’istituto penitenziario di Sanremo: qui sparò tre colpi di pistola in aria davanti ai cancelli della prigione e fu quindi arrestato dagli agenti.
Nel successivo processo, Massari disse di aver ucciso l’ex moglie per ragioni economiche. Quando i due erano ancora sposati, lui aveva aperto col suo denaro – anche proventi del traffico di stupefacenti – un night club, poi intestato alla donna. Quando la storia tra loro finì, lui le chiese indietro il denaro ma al suo rifiuto le incendiò il locale, finendo arrestato e condannato a tre anni di carcere. Una volta uscito di prigione, Massari andò a riprendersi una somma di denaro che aveva sotterrato in un campo, ma quando giunse sul posto i soldi erano spariti. A quel punto, convinto che a prenderli fosse stata l’ex moglie, decise di vendicarsi e la uccise. L’11 maggio del 2020 Massari è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Savona.