Delitto di Giulia Tramontano, i periti: “Da Impagnatiello nessun senso di colpa”

Rischia la condanna per omicidio volontario pluriaggravato, interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere. La madre della vittima: “Vogliamo una pena esemplare”.

Milano – La sentenza del processo a carico di Alessandro Impagnatiello, accusato dell’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, è attesa entro la fine di novembre. Il verdetto potrebbe arrivare già l’11 novembre, data in cui è prevista la discussione da parte dei pubblici ministeri Letizia Mannella e Alessia Menegazzo, dell’avvocato di parte civile Giovanni Cacciapuoti, e delle difensori Giulia Geradini e Samantha Barbaglia.

Nel caso in cui non ci fosse tempo sufficiente per la camera di consiglio, la decisione sarà rimandata al 25 novembre. Impagnatiello è imputato per omicidio volontario pluriaggravato, interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere. Il 27 maggio 2023, ha ucciso Giulia Tramontano infliggendole 37 coltellate nella loro casa a Senago, nel Milanese, dopo che lei e l’altra donna con cui lui intratteneva una relazione parallela avevano scoperto le sue menzogne e inganni.

Durante il processo, la perizia psichiatrica disposta dalla Corte di Assise di Milano, eseguita dallo psichiatra forense Pietro Ciliberti e dal medico legale Gabriele Rocca, ha confermato che l’imputato era pienamente capace di intendere e volere al momento dell’omicidio. Non ha inoltre mostrato alcun senso di colpa o rimorso per l’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano. Durante le loro testimonianze in aula, i periti hanno descritto un uomo con una “scarsa risonanza emotiva” e una “emotività vissuta in modo freddo”, pur non evidenziando alcun disturbo mentale.

Nel corso dei colloqui con i periti, Impagnatiello ha fatto dichiarazioni agghiaccianti, affermando di aver tentato di “cancellare tutto” dopo l’omicidio, paragonando la sparizione di una persona a “buttare una caramella”. Questa frase, secondo gli esperti, riflette un atteggiamento emotivamente distaccato. Impagnatiello ha inoltre descritto gli “shock” legati alle gravidanze della compagna e della sua amante come eventi superati senza grandi difficoltà. Questi elementi rafforzano il quadro di una personalità priva di empatia, sebbene non patologica.

Intanto Loredana Femiano, la madre di Giulia, ha espresso su Instagram la sua richiesta di giustizia. “Il mondo già non è un posto giusto per due vite come le vostre. In tutto questo orrore, però, è ora tempo che sia fatta giustizia, e la giustizia in questi casi è una pena esemplare”, ha scritto. Nel suo post, la donna si è rivolta alla figlia con affetto e dolore: “Si ricomincia, Giulia. Si parlerà di te, di voi, di chi voleva gettarti come una caramella. Ma tu per noi sei stata e sempre sarai la nostra ‘immensamente Giulia'”.

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