Decreto Sicurezza al Senato: il 3 giugno il via all’iter parlamentare

Dalle pene più severe per le occupazioni abusive alle nuove tutele per le forze dell’ordine: tutte le novità del decreto Sicurezza.

Roma – Il decreto Sicurezza si prepara ad affrontare il passaggio decisivo a Palazzo Madama. Dopo aver ottenuto la fiducia alla Camera con 201 voti favorevoli, 117 contrari e 5 astenuti, tocca ora al Senato pronunciarsi. Il decreto legge 48 del 2025, che reca disposizioni urgenti in materia di pubblica sicurezza e di tutela del personale in servizio e delle vittime dell’usura, deve essere convertito in legge entro il 10 giugno.

Introdotti nove reati e quattordici aggravanti

Il testo, che finora non ha subito modifiche nonostante l’opposizione sia pronta a dare battaglia anche al Senato, introduce significative novità nel panorama normativo. Il decreto riscrive diversi articoli del codice penale e di procedura penale, prevedendo nove nuovi reati e quattordici aggravanti. Si va dal blocco stradale alle occupazioni abusive, dalle misure anti-terrorismo alle rivolte in carcere.

Il programma della giornata

Il 3 giugno, l’iter parlamentare prenderà il via alle 13.30 con l’avvio della discussione nelle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia. Il timing è stato calibrato con precisione. Alle 15 scadrà il termine per la presentazione degli emendamenti in Commissione, lasciando ai gruppi parlamentari poco più di un’ora per finalizzare le proposte di modifica al testo.

Dall’esame degli emendamenti all’Aula

Alle 16 dovrebbe iniziare la fase più tecnica dell’iter: l’esame degli emendamenti presentati dai vari gruppi. Si tratta di un passaggio cruciale che determinerà eventuali modifiche al decreto prima del suo arrivo in Aula.

Il culmine della giornata parlamentare è fissato per le 17, quando inizierà la discussione generale sul provvedimento nell’Aula di Palazzo Madama. Questo rappresenterà il momento del confronto politico più ampio, dove i vari schieramenti potranno esporre le proprie posizioni sul decreto.

Le misure principali del decreto

Tra i reati introdotti spicca quello di occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui, che riguarda anche le relative pertinenze. Per chi commette il reato la pena è la reclusione da 2 a 7 anni. Il decreto prevede anche una procedura d’urgenza per rilasciare l’immobile.

Danneggiamenti durante le manifestazioni

Per il reato di danneggiamento in occasione di manifestazioni pubbliche o aperte al pubblico c’è un inasprimento della pena, se il fatto è commesso arrecando violenza alla persona o minaccia. La pena stabilita è la reclusione da 6 mesi a 5 anni e una sanzione che può arrivare fino a 15.000 euro.

Blocchi stradali e ferroviari

Il blocco stradale e ferroviario effettuato con il proprio corpo diventa illecito penale anziché illecito amministrativo. La pena è fino a un mese di carcere e fino a 300 euro di multa, ma se il reato è attuato durante una manifestazione, la reclusione arriva fino a 6 anni.

Stop alla coltivazione della cannabis

Il decreto introduce inoltre l’inasprimento delle pene per chi impiega minori nell’accattonaggio (fino a 5 anni di reclusione), nuove fattispecie di reati per il terrorismo, l’aggravante per reati commessi dentro e fuori le stazioni metro o ferroviarie e lo stop alla coltivazione della cannabis per usi diversi da quelli industriali e consentiti, con l’applicazione delle stesse sanzioni previste per gli stupefacenti.

Stop alla coltivazione della cannabis per usi diversi da quelli industriali e consentiti

Nuove disposizioni per le detenute madri

Tra le norme più dibattute e oggetto di osservazioni anche da parte del Quirinale, vi è quella relativa all’esecuzione della pena per le donne incinte o madri di figli molto piccoli. Rispetto alla versione originaria, il testo è stato modificato rendendo facoltativo – e non più obbligatorio – il differimento della pena per le condannate in stato di gravidanza o con figli di età inferiore a un anno. In caso di mancato rinvio, la pena dovrà essere scontata in un Istituto a custodia attenuata per detenute madri (Icam).

Differimento di pena per le donne incinte o con figli piccoli

Il rinvio non è ammesso qualora sussista un rischio concreto e di eccezionale rilevanza di reiterazione di reati. Inoltre, il differimento potrà essere revocato se la condotta della madre risulta tale da compromettere gravemente la crescita del minore.

Per le madri di figli di età compresa tra 1 e 3 anni, l’esecuzione della pena potrà avvenire in un Icam solo se non vi sono ostacoli derivanti da particolari esigenze giudiziarie.

Le reazioni politiche dopo il voto alla Camera

Al termine della votazione finale, le opposizioni hanno dato vita a una protesta simbolica: Alleanza Verdi e Sinistra, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico hanno esposto cartelli con le scritte “Né liberi né sicuri”, “Non si arresta la protesta”, “La democrazia non si piega” e “Decreto paura”.

Soddisfatto invece il vice premier Matteo Salvini, che da Reggio Calabria ha dichiarato: “Sono molto contento dell’approvazione del decreto Sicurezza. Le forze dell’ordine avranno più poteri e maggiori tutele. Il dl permette lo sgombero immediato delle case occupate abusivamente e prevede una stretta sulle truffe agli anziani”.

Matteo Salvini soddisfatto per l’approvazione del dl

Le critiche delle opposizioni sono state durissime. La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha accusato il governo di aver messo “d’accordo giuristi, magistrati, avvocati, tutti uniti nelle critiche al provvedimento”, definendo il decreto “una serie disorganica di misure repressive” che porta “l’Italia più indietro del codice fascista Rocco del 1930”.

Anche Maria Elena Boschi di Italia Viva ha definito il decreto “una gigantesca operazione di distrazione di massa”, mentre Riccardo Magi di +Europa ha parlato di “norme scritte male e in buona parte incostituzionali” che rendono “il Paese più insicuro e più conflittuale”.

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