Ddl intercettazioni, Antoci: “La maggioranza trasforma le indagini in un terno al lotto”

L’europarlamentare del Movimento 5 Stelle interviene nel dibattito in corso sul testo che fissa a 45 giorni la durata massima degli ascolti.

Roma – Dibattito acceso nell’Aula della Camera sul ddl intercettazioni già approvato in Senato, che fissa a 45 giorni la durata massima degli ascolti, in assenza di “elementi specifici e concreti” per prolungarla. La maggioranza ha respinto tutti gli emendamenti che puntano a escludere dalla “tagliola” i reati del cosiddetto codice rosso, cioè quelli di violenza contro le donne. Allo stesso tempo, però, sette deputati del centrodestra hanno presentato un ordine del giorno in cui si chiede di realizzare la stessa modifica con un intervento successivo.

La Camera “impegna il governo ad adottare le opportune iniziative normative al fine di estendere il termine massimo di durata complessiva delle operazioni di intercettazione nelle indagini vertenti sui delitti di violenza sessuale e di violenza di genere, stalkingrevenge porn e pedopornografia”, si legge nell’odg firmato da Ingrid Bisa e Laura Ravetto (Lega), Tommaso Calderone e Annarita Patriarca (Forza Italia), Carolina Varchi (FdI), Mara Carfagna e Martina Semenzato (Noi moderati). “L’approvazione di tale correttivo, nel conferire una priorità a queste fattispecie criminose, si inserirebbe nella strategia condivisa dal governo per rafforzare la risposta istituzionale contro tali reati”, scrivono i parlamentari. Un’incoerenza su cui affondano le opposizioni, accusando il centrodestra di sacrificare la tutela delle donne al solo scopo di approvare il ddl senza un nuovo passaggio al Senato.

Giuseppe Antoci

“L’impatto del ddl Intercettazioni sulle indagini può essere enorme, fino a impedire il loro corretto sviluppo. Per come è pensata la riforma, senza elementi nuovi e determinanti non si potrà andare oltre il limite di 45 giorni. Le indagini quindi, soprattutto quelle nei confronti dei pubblici funzionari e della politica, si trasformeranno in un terno al lotto: o si avrà la fortuna di cogliere la prova regina in quel breve lasso di tempo, oppure sarà assicurata la piena impunità. Davvero i cittadini italiani chiedono l’impunità per ogni malefatta dei pubblici amministratori?”. Così in una nota Giuseppe Antoci, europarlamentare del Movimento 5 Stelle.

Di sicuro, prosegue, “non la chiede la Commissione europea che, nell’ultimo rapporto sullo Stato di diritto 2024 presentato a luglio, aveva inviato ben sei raccomandazioni al governo italiano, tutte finora ignorate. Dopo l’abolizione del reato di abuso d’ufficio, la maggioranza prova con un’altra norma vergognosa ad allontanarci dall’Unione europea aumentando al contempo il senso di impunità per la classe politica. È questo che vogliono i cittadini? Il Movimento 5 Stelle darà battaglia in questi giorni quando questa proposta ritornerà in aula alla Camera per la sua approvazione finale”, conclude Antoci.

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