Mancavano ancora tre soggetti per completare l’intervento delle forze dell’ordine in seguito agli scontri tra tifoserie durante Monza-Udinese del 2022. Ma la Digos li ha individuati ed è scattato il provvedimento.
Provincia di Monza e della Brianza – Il questore ha adottato 3 provvedimenti di Daspo nei confronti di altrettanti soggetti resisi responsabili del reato di rissa durante gli scontri svoltisi, lo scorso 26 agosto, nei momenti di deflusso al termine dell’incontro di calcio Monza-Udinese valevole per il campionato di Serie A 2022/2023. In occasione degli stessi, prontamente fermati dall’intervento delle forze dell’ordine impiegate sul posto, era rimasto ferito anche un poliziotto, dimesso poi dall’Ospedale San Gerardo con una prognosi di dieci giorni per contusioni multiple.
La locale D.I.G.O.S., congiuntamente all’analogo ufficio friulano, al fine di proseguire gli accertamenti sui fatti di cui sopra, ha attentamente esaminato i fotogrammi dei video del circuito di sorveglianza dell’impianto sportivo e quelli prodotti dal Gabinetto provinciale di polizia scientifica, riuscendo così a individuare ulteriori responsabili degli scontri.
I tre soggetti, un 23enne pordenonese, un 47enne e un 53enne udinesi, sono stati denunciati per il reato di rissa e, a completamento dell’istruttoria della divisione anticrimine della questura brianzola, destinatari di provvedimenti di Daspo per la durata di un anno.
Già nei giorni immediatamente successivi gli eventi, gli agenti della D.I.G.O.S. di Monza e di Udine, grazie all’analisi del materiale video prodotto, erano giunti all’identificazione di 6 tifosi, 3 monzesi e 3 udinesi, coinvolti negli incidenti.
Nei confronti dei soggetti individuati, gli agenti avevano proceduto, due giorni dopo i fatti, all’esecuzione dell’arresto in flagranza differita, in relazione al reato di rissa aggravata, attività eseguite tra le città di Monza, Udine, Venezia e Pordenone. Per quattro dei 6 tifosi, tre monzesi e un udinese, era stata disposta la misura degli arresti domiciliari, mentre gli altri due erano stati rimessi in libertà e indagati a piede libero.