La stratosferica auto di lusso da quando il suo patron è approdato nell’amministrazione Trump sta attraversando un guaio dietro l’altro.
Roma – Tesla non è solo un’auto di lusso agognata da molti e “targata” Elon Musk, ma pare essere un nome che attira più di un guaio. Se in Italia il caso Tesla è tutto racchiuso nel dibattito politico sulla scivolosa vicenda in cui sono incappati il segretario di AVS Nicola Fratoianni e la moglie e deputata di Sinistra Italiana, Elisabetta Piccolotti, che ne posseggono una, in Germania il colosso automobilistico ha ben altri problemi. L’azienda di Elon Musk, è infatti al centro di un acceso dibattito nella Repubblica Federale tedesca, dove la sua gigafactory Berlino è teatro di pratiche lavorative che hanno sollevato non poche polemiche. Secondo il sindacato IG Metall, l’azienda sarebbe colpevole di violare la privacy medica dei dipendenti, trattenendo gli stipendi e spingendo verso dimissioni “volontarie”.
E ora Tesla richiamerà dal mercato oltre 46mila vetture Cybertruck a causa di un difetto che può causare il distacco di un pannello esterno, aumentando così il rischio di incidenti. È quanto ha fatto sapere la stessa azienda che ha consegnato la documentazione alla National Highway Traffic Safety Administration.
Il richiamo riguarda essenzialmente i veicoli consegnati negli Stati Uniti. Secondo la società di Elon Musk, il difetto riguarderebbe solo l’1% dei veicoli, ma Tesla sostituirà gratuitamente i pezzi. Nel frattempo, il titolo di Tesla perde ancora in Borsa, segnando -1,4% a Wall Street. E ancora, dalla bagarre politica italiana al caso tedesco, fino alle vetture Cybertruck, negli Usa tiene banco un’altra questione.

La procuratrice generale degli Stati Uniti Pam Bondi ha annunciato l’incriminazione di tre persone accusate di “distruzione violenta delle proprietà di Tesla”, nel contesto delle proteste e delle polemiche sul ruolo di Elon Musk nell’amministrazione di Donald Trump. “I giorni in cui si commettevano crimini senza conseguenze sono finiti. Che questo sia un avvertimento: se vi unite a quest’ondata di terrorismo interno contro le proprietà di Tesla, il Dipartimento di Giustizia vi metterà dietro le sbarre”, ha dichiarato Bondi in una nota. I tre, di cui non è stata rivelata l’identità, sono accusati di “aver usato bombe Molotov per incendiare auto Tesla e stazioni di ricarica”, si legge.
Uno di loro sarebbe stato “armato con un fucile AR-15 con silenziatore” al momento dell’arresto, avvenuto “dopo aver lanciato circa otto bombe Molotov contro una concessionaria Tesla situata a Salem, in Oregon”. Un altro, spiega la nota, è stato arrestato a Loveland, in Colorado dopo aver “tentato di incendiare auto Tesla con bombe Molotov” ed è stato presumibilmente trovato “in possesso di materiali utilizzati per produrre ulteriori armi incendiarie”. Un imputato a Charleston, nella Carolina del Sud, avrebbe “scritto messaggi offensivi contro il presidente Trump intorno alle stazioni di ricarica Tesla prima di incendiarle con bombe Molotov”. Il dipartimento ha dichiarato che ciascun imputato affronta “accuse gravi con una pena minima di cinque anni e fino a 20 anni di prigione”, senza però specificare quali siano le accuse.

E come se non bastasse, il bilancio borsistico di Tesla nei primi tre mesi del 2025 è di un profondo rosso. In soli 30 giorni, dal 19 febbraio al 18 marzo, la casa automobilistica di Elon Musk ha perso oltre il 35% del valore. Nell’ultima seduta – il 19 marzo – il titolo ha tentato il rimbalzo, chiudendo in rialzo del 4,7%, ma il confronto con dicembre 2024 resta impietoso: il prezzo delle azioni è crollato da circa 400 dollari a 235. “Il fatto che Musk stia dedicando il 110% del suo tempo a Doge ha trasformato Tesla in un simbolo politico“, sostengono gli analisti. “Secondo i nostri sondaggi, i danni al brand sono stati inizialmente limitati, ma nelle ultime settimane si sono diffusi a livello globale, trasformandosi in una crisi-tornado del marchio. La violenza presso i concessionari Tesla, le auto graffiate nei parcheggi, i movimenti sociali contro Musk… tutto ciò ha creato un’enorme pressione sul titolo“.