Troll scatenati su Facebook con oltre 200 commenti in tre post. Aliquò “promuovere la conoscenza aiuta a contrastare l’ignoranza”.
Roma – Due anni fa le scritte rosse sui muri esterni, ‘I vaccini uccidono’, ieri l’attacco hacker ai social
con oltre 200 messaggi farneticanti. L’Inmi Spallanzani di Roma torna ad essere il bersaglio dei movimenti no-vax che continuano a farsi sentire anche dopo la fine dell’emergenza Covid. Se a giugno 2022 l’Irccs diventato il simbolo della lotta contro Sars-CoV-2, dalla coppia cinese ricoverata e guarita – i primi casi Covid in Italia – fino all’avvio della campagna vaccinale italiana, dopo due anni la struttura finisce ancora nel mirino e questa volta sono i social dell’Inmi inondati da troll no-vax. Circa 200 i commenti, spesso lasciati da profili creati con nomi falsi e che nella foto mostrano l’ormai famosa doppia V rossa cerchiata, impressa anche sui muri di Asl, scuole e due anni fa proprio sulla facciata esterna dell’istituto Spallanzani
Questo perché lo Spallanzani posta interviste, approfondimenti e aggiornamenti della sua attività scientifica compresa anche quella portata avanti sul fronte delle malattie infettive, come il Covid. Angelo Aliquò,
direttore generale dell’Inmi si difende dagli attacchi: “promuovere la conoscenza e la diffusione delle scoperte scientifiche aiuta a contrastare l’ignoranza e la disinformazione, contribuendo così a una società più informata e consapevole. Lo Spallanzani, come centro di ricerca nell’ambito delle malattie infettive, svolge un ruolo fondamentale nella divulgazione dell’informazione scientifica e – purtroppo – nel dover contrastare coloro che vorrebbero silenziare la scienza”.
E va all’attacco dei no vax: “sappiamo con certezza che la mancanza di vaccinazioni può portare alla diffusione di malattie evitabili, mettendo a rischio non solo coloro che scelgono di non vaccinarsi, ma anche le persone vulnerabili, i fragili, quelle che non possono essere vaccinate per motivi di salute. Gli attacchi e ciò che dicono i movimenti no-vax sono solo disinformazione sulla sicurezza dei vaccini e mettono a rischio la salute pubblica”.