Così Milano restituirà un’identità e un volto ai caduti delle Cinque Giornate

Presentato il progetto del Comune che coinvolge l’Università statale e il Labanof guidato da Cristina Cattaneo. Insieme al restauro della cripta saranno analizzate le ossa dei sepolti durante i Moti del 1848.

Milano – Valorizzare uno tra i luoghi che custodiscono la memoria storica di Milano e restituire dignità ai caduti delle Cinque Giornate.  Sono questi gli obiettivi alla base del progetto di valorizzazione della cripta del Monumento commemorativo delle Cinque Giornate, nella piazza omonima, presentato ieri a Palazzo Marino da Comune di Milano, Università Statale di Milano e Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico. Il progetto coinvolge l’Ateneo con il Labanof  (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense della Statale di Milano) guidato dalla professoressa Cristina Cattaneo. 

Alla fine del XIX secolo le autorità milanesi e l’allora sindaco decisero di onorare la memoria dei patrioti caduti durante i moti avvenuti fra il 18 e il 22 marzo 1848 – considerati il primo vero tentativo del capoluogo lombardo di sollevarsi e liberarsi dal dominatore austriaco – attraverso la realizzazione di un monumento commemorativo. 

Il Monumento alle Cinque Giornate (Foto Comune di Milano)

Il risultato dei lavori, affidati allo scultore Giuseppe Grandi, fu un obelisco in bronzo alto più o meno 23 metri circondato da cinque figure femminili, allegoria delle Cinque Giornate, che campeggia oggi nell’omonima piazza e sul quale sono riportati i nomi dei caduti del 1848.
Caduti che vennero sepolti, in un primo momento, presso il Sepolcreto dell’antica Ca’ Granda – oggi ospedale Policlinico di Milano – così come nella chiesa di Santa Maria del Carmine e che, nel 1895, furono traslati nella cripta collocata sotto il monumento di piazza Cinque Giornate.

La cripta dove sono sepolti i caduti durante le Cinque Giornate (Foto Comune di Milano)

Percorrendo una scala chiusa da una botola in bronzo, anch’essa opera del Grandi, si accede a un deambulatorio e a un corridoio centrale che unisce la sala d’ingresso con una apertura sul lato esterno, chiusa da una grata.   

Il progetto presentato oggi prevede un’opera di restauro completo del Monumento e della Cripta, che avrà, in via preliminare, la finalità di eliminare le infiltrazioni di acqua, causa del forte degrado della struttura. 

Un momento della conferenza stampa a cui hanno partecipato la prorettrice Maria Pia Abbracchio e la professoressa Cristina Cattaneo (Foto Comune di Milano)

Una volta terminati gli interventi all’esterno, che saranno realizzati dalla Direzione Tecnica e Arredo Urbano, l’area Funebri e Cimiteriali del Comune di Milano partirà con una campagna di diagnostica comprendente una mappatura del degrado, un’esplorazione georadar sia sulle pavimentazioni che sulle murature e un’analisi chimico fisica eseguita su una base di prelievi. Tutte azioni propedeutiche alla successiva posa di un’apparecchiatura elettronica in grado di rimuovere la causa all’origine dell’umidità da risalita.   

Lo studio delle ossa racconterà la storia delle vittime dei moti

Accanto al restauro della Cripta, si procederà al recupero e allo studio dei resti scheletrici lì conservati. Questa fase del progetto vedrà come responsabile la professoressa Cristina Cattaneo, docente di Medicina Legale dell’Università Statale e alla guida del Labanof, che si occuperà del coordinamento e delle analisi del materiale: “Con lo studio dei resti umani che giacciono nel monumento delle Cinque Giornate, la scienza potrà restituire dignità, identità e storia a queste vittime rimaste per così lungo tempo nell’ombra”.

L’Università degli Studi di Milano è onorata e lieta di partecipare a questo progetto antropologico e scientifico così utile a ricostruire uno degli eventi più importanti della storia della città”, ha detto Maria Pia Abbracchio, prorettrice vicaria e con delega a Ricerca e Innovazione intervenuta alla presentazione del progetto insieme a Cristina Cattaneo.  “Obiettivo primario delle analisi della prof.ssa Cattaneo e del suo team è determinare il profilo biologico (sesso, età, statura, etnia, malattie) della popolazione (o delle popolazioni, nel caso non ci fossero solo i patrioti) sepolta all’interno del monumento delle Cinque Giornate. Potremo così portare a compimento la volontà, presente fin dai tempi dei fatti, di dare un nome a tutti i morti, che dovevano infatti, prima della sepoltura, rimanere esposti fino ad avanzata putrefazione, annotando connotati e contrassegni utili a poterli identificare in futuro. Questa missione contribuirà anche a ricostruire la struttura demografica e paleopatologica della popolazione di Milano che ha combattuto contro l’esercito Austro-ungarico, fornendo informazioni di grandissimo interesse generale“. 

Lapide commemorativa dei milanesi morti durante i Moti (Foto Comune di Milano)

A causa della perdita di documenti di archivio, non è noto quali e quanti corpi siano stati esumati dalla cripta della Ca’ Granda e dalla chiesa Santa Maria del Carmine e poi traslati in quella di Cinque giornate. Non si sa, quindi, se nel trasferimento dei caduti, avvenuto quasi cinquant’anni dopo il vittorioso esito della rivolta, siano state recuperate dal Sepolcreto dell’Ospedale unicamente le salme dei patrioti o anche i resti di altri cadaveri, compresi i corpi dei soldati avversari e dei degenti ospedalieri. Inoltre, non si conosce lo stato di conservazione delle spoglie tumulate, ovvero se si tratti di resti in casse, scheletri singoli o solo ossa mescolate fra loro. L’obiettivo, perseguito applicando il metodo già utilizzato durante lo studio del Sepolcreto posto sotto la cripta della Ca’ Granda, sarà dunque quello di ricostruire la storia di vita e di morte di ciascuna persona, restituendole così la sua dignità.  

Il monumento commemorativo di piazza Cinque Giornate – ha detto l’assessora ai Servizi civici Gaia Romani  fu all’epoca fortemente voluto dalla cittadinanza, e quella che ruota attorno all’obelisco e alla cripta sottostante è una storia che ancora oggi tocca i cuori dei milanesi. A dimostrarlo è la grande partecipazione che ogni anno, dal 18 al 22 marzo, l’apertura straordinaria registra, grazie alla passione e all’impegno dei volontari e delle volontarie in forza al Monumentale, che accolgono decine e decine di visitatori. Come amministrazione, per questo, siamo molto orgogliosi dei lavori di restauro che verranno condotti e della collaborazione con l’Università Statale e il Policlinico di Milano. Ci tengo, inoltre, a ringraziare personalmente la professoressa Cattaneo, fondatrice del Labanof, il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense, che da decenni lavora per dare un nome a corpi che non ce l’hanno. Nomi di donne e uomini valorosi che hanno dato lustro alla nostra città e che meritano, con le loro storie, di essere consegnati alla memoria storica di Milano”.  

Il cancello di accesso al monumento (Foto Comune di Milano)

Si tratta di un progetto multidisciplinare nato dalla convergenza di professionalità e competenze distinte, animate e guidate dalla responsabilità della condivisione, con tutte le persone che vivono la città, della ricchezza e bellezza del patrimonio storico, culturale e artistico collettivo“, ha affermato la responsabile della cripta di piazza Cinque Giornate Giovanna Colace.

A cura di Elena Percivaldi

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