Una coppia cinese è stata arrestata a Torino per un quantitativo di droga sulle 3 tonnellate, un vero record per il Piemonte. Fregati da un carico via posta intercettato dagli investigatori
Torino – Nel corso delle attività investigative condotte dalla Polizia di Stato, di concerto con la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, volte al contrasto del traffico internazionale di stupefacenti, nella mattinata dell’8 febbraio, veniva operato l’arresto di una coppia di cittadini di nazionalità cinese, di cui uno irregolare sul territorio nazionale, responsabili dell’illecita detenzione di circa 1,8 kg di sostanza stupefacente del tipo metanfetamina – shaboo e 100 grammi di hashish.
In particolare, gli investigatori della Sezione Antidroga della Squadra Mobile, su input della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga di Roma, espletavano accurati accertamenti volti all’individuazione di alcuni plichi, stoccati presso il deposito merci SDA, sedente in questo capoluogo, contenenti sostanza stupefacente destinata ad alcuni residenti del luogo, che avrebbero illecitamente alimentato il mercato clandestino di questo capoluogo.
In particolare veniva individuato un pacco, proveniente dagli Stati Uniti d’America, che presentava anomalie derivanti dal contenuto, trattandosi di apparati musicali di scarso valore in considerazione dell’elevato costo invece sostenuto per la spedizione.
I successivi accertamenti consentivano di appurare, infatti, che all’interno dei suddetti apparati, era stata occultata sostanza stupefacente del tipo shaboo. D’intesa con la competente Autorità Giudiziaria, veniva richiesta ed autorizzata l’esecuzione di una “consegna controllata”, volta all’individuazione dei destinatari della sostanza stupefacente in argomento.
Gli investigatori davano quindi corso ad un servizio di osservazione nei pressi del luogo indicato sulla bolla di accompagnamento del plico che consentiva di individuare due soggetti di origine asiatica i quali, dopo aver ritirato la merce, accedevano all’interno di uno stabile ubicato nella zona “Barriera di Milano”. Una volta individuato l’appartamento in uso ai predetti, veniva eseguita una perquisizione domiciliare. L’atto di Polizia Giudiziaria oltre a consentire il sequestro dell’ingente quantitativo di stupefacente occultato all’interno del plico, permetteva di scoprire un vero e proprio laboratorio, utilizzato dagli arrestati per pesare, preparare e confezionare le dosi di stupefacente; infatti all’interno dell’abitazione/laboratorio veniva sequestrati ulteriori gr. 250 della medesima sostanza, suddivisi in numerose buste pronte per la vendita al dettaglio.
Il prosieguo dell’attività investigativa, attraverso ulteriori controlli eseguiti dagli investigatori, consentiva di rintracciare analogo plico contenente anch’esso sostanza stupefacente della medesima qualità, pari a 1 chilogrammo, sequestrato a carico di uno degli arrestati in data 8 febbraio, in quanto destinatario.
Lo shaboo è una droga sintetica creata in laboratori giapponesi alla fine del’800; diffusasi rapidamente nei paesi asiatici quali Thailandia, Filippine e Cina, ha effetti devastanti sulla psiche e sulla persona dei consumatori. Infatti, l’assidua assunzione provoca convulsioni, totale mancanza di sonno, perdita di appetito ma anche un effetto stimolante almeno otto/dieci volte maggiore della cocaina, contribuendo così alla sempre maggiore diffusione anche tra i giovani italiani. La dose media di shaboo corrisponde a 0,1 grammi e viene venduta al dettaglio ad un prezzo che si aggira intorno ai 50 euro; acquistandone 1 grammo (10 dosi) il costo scende a circa 250/300 euro.
L’intero quantitativo sequestrato dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile, ammontante quindi ad oltre 2,700 chilogrammi di metanfetamina, rappresenta il sequestro più rilevante mai eseguito in Piemonte dalle Forze dell’Ordine; il valore della sostanza sequestrata, al dettaglio, secondo gli attuali costi di mercato, avrebbe fruttato ai destinatari oltre 1,5 milioni di euro.
La posizione dei soggetti arrestati risulta al vaglio della locale Procura della Repubblica, nell’ambito del procedimento penale che attualmente versa nella fase delle indagini preliminari; vige pertanto la presunzione di non colpevolezza a favore degli indagati, sino alla sentenza definitiva.