Un montenegrino, un serbo e un uomo con doppia cittadinanza, georgiana e israeliana, sono stati allontanati dal nostro Paese in quanto privi di regolari permessi di soggiorno e colpevoli di una serie di gravi reati.
Vicenza – Nell’ambito di una complessa attività di verifica e monitoraggio della presenza di pregiudicati extracomunitari non in regola con le norme sull’immigrazione, effettuata dall’ufficio immigrazione della questura e disposta dal questore, Paolo Sartori, sono stati riportati nei Paesi di provenienza 3 pericolosi cittadini stranieri, colpiti da altrettanti provvedimenti di espulsione, in quanto presenti illegalmente in Italia e resisi responsabili di gravi reati.
Si tratta di attività di prevenzione di grande rilevanza, a contrasto dell’immigrazione clandestina su tutto il territorio provinciale. Nei confronti dei 3 individui, il questore ha emesso altrettanti provvedimenti finalizzati al loro rimpatrio immediato ovvero al trattenimento presso i centri di permanenza per i rimpatri, in attesa del loro trasferimento nei Paesi di provenienza.
Nel dettaglio, il 43enne cittadino montenegrino è stato scortato e rimpatriato dagli uomini dell’ufficio immigrazione della questura a Podgorica, con un volo di linea, dopo aver trascorso 3 anni e 2 mesi di reclusione presso la casa circondariale di Vicenza. Costui era stato condannato per spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi.
Mentre il 32enne cittadino serbo è stato espulso e scortato al centro di permanenza per i rimpatri di Ponte Galeria (Roma), dopo essere stato scarcerato dalla casa circondariale di Vicenza, ove ha espiato una pena di 5 anni per rapina aggravata, lesioni personali, furto aggravato, rissa in concorso, guida sotto l’influenza dell’alcool.
Infine, l’81enne con doppia cittadinanza, georgiana e israeliana, è stato scortato all’aeroporto di Fiumicino, da dove è stato imbarcato su un volo di linea e rimpatriato alla volta di Israele. Scarcerato al termine dell’espiazione della pena a un anno di reclusione per furto aggravato, il soggetto, in Italia da oltre un decennio, ha sempre vissuto di espedienti e con proventi da reati contro il patrimonio.