Sedici gli ordini di arresto eseguiti dalle Fiamme gialle su richiesta della Procura europea. Il tabacco arrivava sull’isola dal Nord Africa e dall’Est Europa.
Palermo – Sgominate dai finanzieri due organizzazioni criminali a carattere transnazionale che, in rapporti d’affari tra loro, gestivano nel Trapanese e nel Palermitano il contrabbando di tabacco. Sedici gli arresti eseguiti dalla Gdf su richiesta della Procura europea: 14 affiliati alle due gang sono finiti in carcere, altri due ai domiciliari. Contemporaneamente le Fiamme gialle hanno dato esecuzione al sequestro di beni per oltre un milione di euro.
La prima banda, diretta da un tunisino e attiva prevalentemente tra Marsala, Mazara del Vallo e Petrosino, avrebbe introdotto nel territorio nazionale sigarette di contrabbando provenienti principalmente dalla Tunisia attraverso l’utilizzo di imbarcazioni da pesca. La seconda, capeggiata da un palermitano, avrebbe acquistato grandi quantitativi di tabacco provenienti dal Nord Africa e dall’Est Europa, attraverso la mediazione di tre napoletani, stoccandoli presso magazzini dislocati in aree ad alta densità criminale, per poi distribuirli in maniera capillare in tutta la provincia grazie a un’articolata rete di rivenditori.
Per altri 7 indagati, per i quali era stata richiesta la misura cautelare, l’eventuale esecuzione è rinviata all’esito dell’interrogatorio preventivo. Contestualmente, la Procura ha disposto l’esecuzione di perquisizioni presso le abitazioni e altri luoghi nella disponibilità degli indagati, nei cui confronti si procede per il reato di associazione per delinquere transnazionale finalizzata al contrabbando di sigarette.
Le attività sono in corso nelle province di Palermo, Trapani e Napoli.
Nel corso delle indagini, durate circa due anni, sono stati eseguiti numerosi interventi che hanno portato a 7 arresti in flagranza e a molteplici sequestri per complessive 22 tonnellate di sigarette di contrabbando dei più noti marchi (Marlboro, Wiston, Regina, Merit, Chesterfield, Philip Morris), che, qualora immesse sul mercato, avrebbero fruttato al sodalizio un profitto illecito di circa 4 milioni di euro, per un danno agli interessi finanziari dell’Unione Europea di circa 850mila euro (pari ai dazi doganali non riscossi).
Di particolare rilievo per lo svolgimento delle attività è stata, inoltre, l’acquisizione di ulteriori elementi indiziari mediante il ricorso ai canali di cooperazione internazionale, con l’interessamento da parte dell’ufficio EPPO di Palermo dei corrispondenti Procuratori Europei Delegati in Germania, Slovenia, Bulgaria, Croazia e Romania. Le investigazioni hanno inoltre consentito di accertare l’assoluta sproporzione tra i beni nella disponibilità degli indagati e la loro capacità reddituale, con conseguente richiesta di applicazione di misure cautelari reali con il sequestro preventivo di beni mobili e immobili riconducibili agli indagati per un valore complessivo pari a circa un milione di euro.