La discrepanza tra le dichiarazioni dei redditi e l’effettivo tenore di vita ha portato a un’indagine nei confronti di un soggetto socialmente pericoloso accusato di reati contro il patrimonio.
Padova – Gli uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione a un decreto di confisca, emesso dalla Sezione Distrettuale delle Misure di Prevenzione del tribunale di Venezia su proposta del questore, a seguito di accertamenti patrimoniali da cui è emersa la disponibilità di beni il cui valore è risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.
Con il provvedimento in esame che ha consentito di confiscare una villa di pregio di 200 mq circa con annesso deposito di oltre 130 mq e ampia area pertinenziale di 1500 mq, un’autovettura e un motociclo d’epoca, affidati all’amministratore giudiziario nominato dall’Autorità giudiziaria, è stata anche disposta, per la durata di tre anni, la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, del soggetto proposto. Le indagini patrimoniali sono state eseguite dalla Sezione Mobile del Nucleo di polizia economico – finanziaria della Guardia di Finanza e dalla Divisione Anticrimine della Questura di Padova.
Il soggetto interessato, gravato da numerosi precedenti penali e di polizia principalmente per reati contro il patrimonio e ritenuto, sulla base delle previsioni del “Codice antimafia”, socialmente pericoloso, ha mostrato una palese sproporzione tra il valore del patrimonio a lui riconducibile e i redditi pressoché nulli dichiarati nell’ultimo decennio.
Gli accertamenti svolti hanno permesso di rilevare che la provvista per l’acquisto della villa era stata costituita con il versamento di denaro contante su conti correnti intestati a una terza persona, che aveva provveduto a emettere vaglia postali utilizzati per l’acquisto dell’immobile, perfezionato formalmente dalla sorella del destinatario della misura, all’epoca dei fatti appena diciottenne, priva di capacità reddituale e incensurata. Successivamente l’immobile è stato intestato al prevenuto in contropartita all’asserita estinzione di debiti maturati da quest’ultima nei confronti del fratello.
Nello stesso immobile sono state rinvenute preziose monete antiche, ritenute di provenienza furtiva, successivamente restituite al legittimo proprietario. L’assenza di una vera e documentata occupazione lavorativa, così come di un reddito lecito anche di altra natura, lascia ragionevolmente presumere che l’intero nucleo familiare abbia da sempre tratto le proprie fonti di sussistenza da attività illecite. Nelle more della definizione del contesto in trattazione, l’operazione congiunta della Guardia di Finanza e della Questura di Padova rientra in una più ampia strategia di aggressione delle ricchezze di origine illecita, perseguita utilizzando gli incisivi strumenti offerti dalla normativa antimafia.