L’home restaurant di Manu&Ele, a pochi passi dalla piazza di Greccio, è il regno della cucina Sabina. Quella della nonna che ci fa tornare bambini con profumi e sapori straordinari di una tradizione in via d’estinzione.
Rieti – Home restaurant, letteralmente, vuol dire ristorante in casa. Sono sempre di più le persone che decidono di mettere a frutto amore e passione per la cucina trasformando la propria abitazione in un vero e proprio ristorante dove si preparano piatti gustosi secondo le antiche ricette locali, spesso tramandate di madre in figlio, da proporre a pochi avventori dietro compenso.
Tale tipologia di locali nasce negli Stati Uniti, nei primi anni 2000, con il nome di guerrilla restaurant, supper club o underground dinner, e a Cuba, dove viene definita casa particular o paladar. In Inghilterra questi ristoranti si sono diffusi dal 2009 e di seguito sono sorti un po’ in tutta Europa, Italia compresa. A dire il vero alcune vecchie trattorie, proprio nel Bel Paese, erano già considerate home restaurant nel senso che il locale, con pochi coperti, spesso sorgeva nella stessa abitazione padronale o in stanze ubicate accanto alle stalle o a magazzini agricoli.
Quello di Manu&Ele ha una sua storia. La storia di due giovani che hanno scommesso sulla loro determinazione e bravura dopo non poche vicissitudini:”
“Il nostro home restaurant nasce da una scelta precisa: l’amore per la cucina e per il nostro territorio – raccontano Manuele ed Eleonora – e proponiamo antipasti, primi, secondi e dolci che si preparavano una volta in famiglia, spesso nelle grandi occasioni o durante le festività. Le materie prime provengono rigorosamente da produttori locali certificati, piccole aziende agricole e cosi via. Per i contorni e come ingredienti ci forniamo presso il nostro orto oppure raccogliendo i doni dei nostri boschi. Attenzione e un pizzico di maestria ci permettono di accontentare i nostri clienti in cerca di tranquillità e manicaretti…“.
Il locale di Manu&Ele si trova all’ingresso del famoso borgo medievale di Greccio, a pochi chilometri dal santuario di San Francesco:
“Tra la piazza principale ed il parcheggio, la nostra piccola e suggestiva terrazza si affaccia sul caratteristico campanile della Collegiata di San Michele e può ospitare al massimo 8 persone – aggiunge lo chef Manuele – Eleonora fa da padrona di casa e vi accompagna nel nostro viaggio del gusto preparando menù sempre diversi ma anche gadget, bomboniere, allestimenti, palloncini e tutto ciò che desiderate per festeggiare una lieta ricorrenza e per assaggiare pietanze che in molti ritengono dimenticate ma che noi abbiamo riproposto cosi come ce le ricordavamo quando eravamo piccoli, dal pane ai dolci rigorosamente fatti a mano...”.
Alcuni anni addietro non si può dire che la fortuna girasse per il verso giusto e sia il terremoto che la pandemia sembrava avessero distrutto il sogno dei due ristoratori:
“Insieme da 17 anni ci siamo distinti davvero nella ristorazione locale – conclude Eleonora – 8 anni fa avevamo aperto un ristorante tutto nostro, era l’inizio di una meravigliosa avventura che purtroppo si è amaramente conclusa con il terremoto dell’agosto del 2016 che ha colpito il centro Italia, Amatrice in particolare. Poi ci siamo trasferiti a Greccio per lavorare nell’hotel del paese. Due anni stupendi ma con l’arrivo del Covid anche quel sogno pareva infranto. Ci siamo rimboccati le maniche e via: abbiamo aperto il nostro home restaurant proprio in casa dei nonni!..“.
Per noi di Pop Manuele ed Eleonora si sono dati da fare e il risultato è stato spettacolare: tagliere di salumi e formaggi dell’alta Sabina, verdure gratinate, fagioli all’uccelletto, bruschettine miste con olio Dop della provincia di Rieti, assaggi di Maltagliati all’uovo alla Grecciana (aglio, olio, peperoncino, olive, gherigli di noci, pomodorini di Pachino e salsa di pomodoro), Strozzapreti con salciccia funghi e tartufo, grigliata di carne con fegatelli di maiale, abbacchio, punta di petto di vitello, tagliata di manzo, salciccia, pollo e patate al forno del nostro orto. E per finire crostata all’albicocca. Che bontà ragazzi, e che mangiata. Alla prossima.