All’esito di due distinte attività di indagine sono stati fermati 2 uomini, entrambi gravemente indiziati di aver commesso gravi delitti in danno delle rispettive compagne.
Roma – Una giovane ucraina, in Italia da alcuni mesi, è stata aggredita in strada, in via di Selva Nera, dal suo ex compagno, un connazionale di 39 anni, con il quale aveva da poco interrotto la relazione a causa di ripetuti maltrattamenti che era costretta a subire da quando aveva iniziato a convivere con lui. L’uomo, appostato dietro una siepe, quando l’ha vista passare le ha gettato addosso del liquido infiammabile, presumibilmente benzina, provando a darle fuoco con dei fiammiferi, con la chiara intenzione di bruciarla viva. È stato provvidenziale l’intervento di un passante che, vista la scena mentre transitava a bordo di un’automobile, è intervenuto in soccorso della donna, mentre l’aggressore fuggiva a piedi. Le attività effettuate dalla IV Sezione della Squadra Mobile, specializzata nel contrasto dei reati di violenza di genere, hanno ricostruito la dinamica del tentato omicidio e gli atti di violenza fisica, psicologica e morale che la vittima aveva subito fino a quel giorno. Il pubblico ministero che ha assunto la direzione delle indagini ha disposto il fermo di indiziato di delitto, e l’uomo è stato rintracciato dagli investigatori a Salerno, ove aveva trovato rifugio dopo la fuga, tentando sino all’ultimo di sottrarsi alla cattura.
La Squadra Mobile ha dato, inoltre, esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un italiano di 37 anni, gravemente indiziato del reato di atti persecutori e lesioni in danno della compagna, in quanto, per futili motivi di gelosia e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, con condotte reiterate, aveva posto in atto nei suoi confronti gravi violenze fisiche e verbali, minacciandola per evitare che ponesse fine alla relazione sentimentale.
A seguito dell’ennesimo atto di aggressione, avvenuto in strada in pieno giorno, gli investigatori hanno raccolto la denuncia della donna, ricostruendo i gravi episodi che hanno cagionato in lei un grave stato di ansia e di paura, con fondato timore per la propria incolumità fisica e dei propri familiari. L’indagato, uscito di prigione lo scorso anno dopo aver scontato una condanna per omicidio, è stato rintracciato dagli agenti della Squadra Mobile e, dopo gli atti di rito, è stato accompagnato in carcere a disposizione della magistratura.
Ad ogni modo tutti gli indagati sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.