La polizia di frontiera e la Squadra mobile collaborano per fermare il traffico di immigrati irregolari provenienti dalla Turchia.
Como – La polizia di Stato ha arrestato un cittadino turco di 39 anni residente in provincia di Bergamo e regolare sul territorio nazionale, sorpreso a trasportare, a bordo della propria autovettura, cinque connazionali, due uomini, una donna e due minori, tutti clandestini.
La segnalazione è giunta dagli uomini del settore polizia di frontiera di Ponte Chiasso che, durante un normale pattugliamento lungo la fascia di confine, avevano notato l’auto carica di persone avvicinarsi alla frontiera italo-svizzera.
Sono stati quindi chiamati in causa gli agenti della squadra mobile i quali, giunti immediatamente a supporto dei colleghi della polizia di Frontiera, hanno proceduto a fermare e controllare, nei pressi della dogana di Maslianico, gli occupanti dell’auto in questione.
Il controllo ha permesso di accertare che, oltre al 39enne turco che guidava l’auto, sul veicolo si trovavano altri cinque suoi connazionali: due uomini, uno di 28 e l’altro di 23 anni, una donna di 32 anni e due bambini, rispettivamente di 7 e 10 anni, tutti irregolari.
Accompagnati in Questura i clandestini sono stati verbalizzati e tutti, indistintamente, hanno rilasciato la medesima versione, probabilmente concordata qualora fossero stati fermati dalle forze di polizia.
Hanno infatti raccontato di essere giunti in aereo in Bosnia il 28 maggio 2023, provenienti dalla Turchia, e di essere poi arrivati in Italia attraversando la Croazia e la Slovenia in auto, per poi viaggiare in treno da Trieste a Milano e da Milano a Como, con l’intento di attraversare il confine italo-svizzero.
Hanno inoltre riferito di aver pagato un non meglio identificato trafficante turco per effettuare il viaggio fino in Italia e di aver incontrato la persona alla guida dell’auto su cui sono stati fermati, soltanto dopo essere giunti a Como.
A loro dire l’autista era un conoscente di uno dei tre e spontaneamente si era offerto di trasportarli in Svizzera. Gli accertamenti hanno svelato che il passatore, nonostante fosse residente nella provincia di Bergamo, aveva varcato molto spesso, in passato, la frontiera tra Italia e Svizzera