Si tratterebbe di due persone anziane, di oltre i settant’anni. La donna era ricoverata da diverse settimane. Indagini in corso.
Varese – Choc all’ospedale Ondoli di Angera. Giuseppe Rizzotti, 91 anni, si è introdotto nel reparto in cui era ricoverata la moglie Anna Castoldi, di 86, e le ha sparato un colpo alla testa uccidendola. Subito dopo ha rivolto l’arma contro di sé togliendosi la vita.
Il dramma si è consumato in pochi minuti al secondo piano del nosocomio. Non risultano altre persone coinvolte. Secondo la stampa locale, il personale sanitario e gli altri pazienti presenti negli altri reparti non si sarebbero accorti di nulla.
Indagini in corso
Sul posto sono immediatamente giunti i carabinieri della compagnia di Gallarate e gli uomini del reparto operativo di Varese, insieme ai vertici di Asst Sette Laghi. Le indagini sono coordinate dalla procura di Varese. Secondo quanto emerso finora, la coppia risiedeva a Cuasso al Monte, nel Varesotto. La donna era ricoverata da diverse settimane al secondo piano dell’ospedale angerese nel reparto di Medicina Subacuta.
Gli inquirenti stanno ricostruendo la vita della coppia e stanno appurando di chi era l’arma. La Procura di Varese ha infatti comunicato che l’anziano non possedeva – almeno a quanto risulta – alcun tipo di arma. Sempre secondo la Procura, le cause del gesto sono ancora sconosciute, “sebbene non si possa ragionevolmente escludere che la condotta dell’uomo sia stata indotta dallo sconforto per lo stato di salute dell’anziana compagna di vita”.
Le condoglianze di Asst Sette Laghi
«Teniamo ad esprimere il nostro cordoglio per la tragica vicenda avvenuta questa mattina all’ospedale di Angera e le più sentite condoglianze alla famiglia dell’anziana coppia – scrive in una nota la direzione di Asst Sette Laghi. – Vogliamo anche esprimere vicinanza ai professionisti in servizio nella sede di Angera, spettatori di un epilogo così tragico. La vicenda umana che oggi è giunta ad un esito improvviso e scioccante non può che coinvolgere emotivamente tutti noi e ancora più intensamente chi l’ha vissuta così da vicino».