Operazione Domus Aurea: i carabinieri arrestano la coppia di gestori che già tre anni fa erano stati denunciati per lo stesso reato.
Reggio Calabria – Organico ridotto all’osso, parenti obbligati a preannunciare la visita in struttura senza poter accedere alle stanze degli anziani, ospiti affetti da scabbia, malattia nascosta con abiti a maniche lunghe: era la degradante vita quotidiana nell’albergo dismesso in località Gallico dove due coniugi avevano allestito una casa di risposo completamente abusiva.
L’operazione Domus Aurea dei carabinieri ha posto fine allo scempio e assicurato alla giustizia (arresti domiciliari) due coniugi indagati per maltrattamenti e abbandono di persone incapaci, con l’aggravante di aver causato lesioni personali.
Le indagini sono partite nel giugno scorso quando i militari sono entrati per la prima volta nella struttura trovando oltre trenta anziani, incapaci di provvedere a loro stessi per vecchiaia e gravi patologie, in una situazione di “drammatico degrado, abbandono e incuria”. Secondo gli inquirenti la casa di risposo abusiva spiccava per degrado, incuria, disordine e per le gravissime condizioni igienico sanitarie, con resti di feci e urina per terra e sui letti, pannoloni sporchi, resti di cibo e stoviglie usate, tanto che tutti gli ambienti erano impregnati di un odore nauseabondo.
Nelle cucine c’erano carne e uova mal conservate, mentre in infermeria molti dei farmaci risultavano scaduti; a completare una situazione già surreale i militari accertavano, con l’ausilio di tecnici ENEL, che l’intera struttura era alimentata con un allaccio abusivo diretto alla rete elettrica pubblica.
Gli arrestati non erano nuovi a questo schema delinquenziale a discapito di anziani particolarmente fragili, infatti già il Nas di Reggio Calabria tra gennaio e luglio del 2020 li aveva denunciati per fatti simili e sequestrato due strutture adibite a casa di riposo, anche queste prive di autorizzazione, tra Reggio Calabria e Gambarie.