Stavolta è accaduto in un piccolo comune del Pavese ma la storia si ripete: un'anziana è morta da sola, rifiutata da un ospedale e abbandonata al suo triste destino. Interviene la Procura.
Rifiutati dagli ospedali, sono morti da soli nelle case di riposo. I familiari chiedono l’intervento della Procura della Repubblica affinché si facciano tutti gli accertamenti utili ed opportuni a dimostrare eventuali responsabilità.:“…Agli ospiti delle casa di riposo – accusano i parenti – è stato riservato un destino ingiusto, lesivo del loro diritto alla salute, come quello di una morte dignitosa…”.
Nello specifico la vicenda è quella di Elisa Cristofoletto, 80enne deceduta lo scorso 2 aprile in un Rsa:“…Nostra madre – spiegano i figli, assistiti dall’avvocato Beatrice Saldarini – era ricoverata dal 2018 nella casa di riposo Fratelli Carnevale di Gambolò, in provincia di Pavia. Per quanto anziana era in buone condizioni di salute, aveva solo problemi di deambulazione a seguito della frattura del femore. A fine gennaio siamo stati convocati per il consueto incontro annuale nel quale ci dissero che nostra madre era in buona salute e che i sanitari avevano registrato notevoli miglioramenti nell’attività motoria. Poi arrivò il Coronavirus, motivo per il quale l’ingresso alla struttura sarebbe stato consentito ad un solo parente per il tempo di 15 minuti…”.
Con il lockdown però anche le visite ai parenti cessarono del tutto:“…A metà marzo – proseguono i familiari – ci hanno detto che nostra madre aveva la febbre, una settimana dopo abbiamo ricevuto una videochiamata grazie ad un’operatrice della struttura e mamma sembrava molto affaticata, spossata ma soprattutto disperata perché non vedeva nessuno dei suoi figli. Abbiamo tentato di rincuorarla, spiegandole che l’interruzione delle visite era dovuta alla diffusione del virus, ma quella, purtroppo, è stata l’ultima volta che l’abbiamo vista. Pochi giorni dopo abbiamo ricevuto la sua ultima telefonata, in quanto la struttura comunicava che anche le telefonate con gli ospiti erano sospese. Ci disse di sentirsi male, di non farcela più…”.
Dalla febbre alle difficoltà di respirazione, fino alla scarsa saturazione dell’ossigeno:“…Abbiamo chiesto – proseguono i Cincotti – se non fosse il caso di portarla all’ospedale di Vigevano ma ci hanno risposto che l’ambulanza l’avrebbe subito “rispedita indietro” proprio in quanto caso sospetto di Covid-19, mentre per altra patologia probabilmente l’avrebbero trattenuta. Due giorni dopo, nostra madre spirava…”. Nel frattempo il divieto di telefonare aveva scatenato le proteste dei parenti dei ricoverati:“…Avevamo letto che il direttore della struttura, il dottor Gianluigi Righini – raccontano i congiunti – a metà febbraio aveva deciso di chiudere l’ingresso ai parenti, poi il Ministero ha ordinato di aprire e così hanno riaperto. Se fino a marzo non c’erano casi Covid, probabilmente il virus si è diffuso dopo, quando hanno riaperto…”. In merito poi al presunto rifiuto dell’ospedale i responsabili della struttura avevano risposto ai parenti:“…Quando un anziano mostrava qualche sintomo, lo abbiamo mandato in ospedale, dove non l’hanno ricoverato…”. Dichiarazione questa che ha poi trovato conferma anche nelle parole del medico della struttura:
“…Agli ospiti della casa di riposo – concludono i familiari – è stato riservato un destino ingiusto. Oltre ad essere stati esposti al rischio di contagio per ordine dell’autorità che ha imposto il ripristino delle visite, una volta contratto il virus sono stati respinti dall’ospedale, privati delle cure, lasciati agonizzare e poi morire soffrendo nei loro letti senza neanche il conforto della vicinanza dei figli. Ecco perché ci siamo rivolti ad un legale ed abbiamo presentato un esposto: riteniamo che la situazione meriti approfondimenti…”.
I casi di anziani morti nelle Rsa sono ormai centinaia su tutto il territorio nazionale.