L’amministratore di sostegno avrebbe approfittato della donna, invalida al 100%, usando il denaro sul conto per spese personali.
Chieti – Aveva ricevuto l’incarico di amministrare i beni di una donna orfana e affetta dalla Sindrome di Down, ma in realtà approfittava della sua condizione per derubarla. Ad incastrarlo sono stati i finanzieri frentani, i quali hanno scoperto che l’uomo, che aveva totale accesso ai conti correnti della donna, anziché impiegare il denaro per il sostentamento della signora li impiegava per spese personali.
Sui conti correnti della donna, invalida al 100%, confluivano, oltre ai lasciti dei defunti genitori, anche la pensione di invalidità, l’indennità di accompagnamento e la pensione di reversibilità del padre: un bottino succulento, al quale l’uomo aveva accesso in quanto suo amministratore di sostegno. I controlli delle Fiamme Gialle hanno consentito di rilevare spese sostenute con bonifici e assegni bancari e l’utilizzo di carte
bancomat per finalità non autorizzate dal giudice tutelare e comunque estranee agli interessi della donna, per un totale di oltre 27 mila euro.
A confermare il tutto sono stati i titolari degli esercizi commerciali, tra i quali negozi di abbigliamento, palestre e ristoranti, dove l’uomo spendeva il denaro, a volte per sé e a volte addirittura per i figli. Un comportamento particolarmente riprovevole se si considera il suo ruolo di pubblico ufficiale, per giunta a tutela di una persona che si trovava nell’impossibilità di provvedere ai propri interessi. Avendo abusato della fiducia della signora, sottolinea il comandante provinciale Col. Michele Iadarola, non è escluso che l’uomo possa anche essere accusato di peculato, un reato che prevede la reclusione da quattro anni a dieci anni e sei mesi.