Catturato il boss Errante Parrino: due giorni fa si era sottratto all’arresto

Residente ad Abbiategrasso, nel Milanese, è indagato nell’inchiesta Hydra sulle mafie in Lombardia. Per i pm era il referente di Matteo Messina Denaro.

Milano – E’ durata poco la fuga di Paolo Aurelio Errante Parrino, 77 anni, uno degli indagati della maxi inchiesta “Hydra” sulla “alleanza” delle tre mafie in Lombardia. Dopo il rigetto da parte della Cassazione del suo ricorso contro la custodia cautelare in carcere disposta dal Tribunale del Riesame di Milano, il 25 gennaio il boss si era reso irreperibile, ma a distanza di due giorni i carabinieri lo hanno arrestato.

Nato a Castelvetrano, Parrino si era trasferito ad Abbiategrasso insieme alla moglie Antonina Bosco nella prima metà degli anni Settanta. Nel 1997 era stato condannato per associazione mafiosa e droga a dieci anni dalla corte d’Appello di Palermo insieme a Totò Riina e Francesco Messina Denaro, padre dell’ex superlatitante Matteo. I giudici lo definirono “uomo d’onore della famiglia di Castelvetrano”. Nel 2011 nei suoi confronti era stata emessa la sorveglianza speciale.

Ritenuto dai magistrati impegnati nell’inchiesta Hydra il referente della cosca trapanese nell’area lombarda, Errante Parrino è stato descritto come un “uomo d’onore” della famiglia di Castelvetrano, con compiti di leadership, pianificazione e decisione delle azioni necessarie per perseguire gli scopi illeciti dell’organizzazione. Secondo le indagini condotte dalla DDA, Parrino avrebbe anche trasmesso a Matteo Messina Denaro “informazioni su questioni cruciali”, mentre era ancora latitante, in quanto il boss avrebbe avuto un interesse diretto, secondo i pubblici ministeri, “negli enormi affari finanziari portati avanti dalla mafia lombarda”.

L’inchiesta “Hydra” ha fatto nuovamente notizia nei giorni scorsi, con l’arresto di Giovanni Abilone, 44 anni, tra i soggetti coinvolti nell’associazione mafiosa. Durante un controllo in piazza San Babila, gli agenti della Squadra Mobile hanno trovato nella sua auto cocaina e un revolver calibro 38 con cinque proiettili nel tamburo. Inoltre, presso la sua abitazione in provincia di Varese, è stata scoperta una “stanza segreta” all’interno di un magazzino, dove erano custoditi armi e munizioni. Per questi motivi, Abilone è stato arrestato con le accuse di spaccio di droga, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo, armi da guerra e armi clandestine, insieme al relativo munizionamento.

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