Inquinamento ambientale, maxi-blitz dei carabinieri in Calabria: 18 misure cautelari, tra loro 5 amministratori pubblici [I NOMI]

Gli arresti sono scattati in seguito all’indagine sulla gestione illegale dei depuratori, in tutto 34 in 40 comuni calabresi.

Catanzaro – Quattro persone finite in carcere, ossia i titolari delle società e il loro referente principale. Altre 13 ai domiciliari e un obbligo presentazione alla polizia giudiziaria. E 5 pubblici amministratori indagati. Dovranno rispondere dei reati di inquinamento e frode nelle pubbliche forniture, e associazione a delinquere. E’ questo il bilancio del maxi-blitz eseguito nelle province di Catanzaro, Vibo Valentia e Cosenza, dai Carabinieri del Comando Tutela Ambientale e Sicurezza Energetica e del Comando per la Tutela Forestale e dei Parchi. Con il coordinamento della Dda di Catanzaro. Al centro delle indagini, che hanno visto impegnati 150 uomini dell’Arma, l’inquinamento ambientale, determinato dall’illecita gestione di molteplici impianti di depurazione a servizio dei Comuni calabresi. I risultati dell’operazione, denominata “Scirocco”, sono stati illustrati in conferenza stampa dal procuratore di Catanzaro facente funzioni  Vincenzo Capomolla.

Gli inquirenti hanno ricostruito una serie di condotte illecite legate al trattamento acque e dei rifiuti e per questo è stato necessario l’intervento dei Carabinieri del nucleo  ambientale e forestale. Indagini possibili grazie alle competenze specifiche perché si è andati ben oltre il semplice malfunzionamento di depuratori e impianti.

A centro dell’inchiesta ci sarebbe una “società che gestiva i depuratori in tutte le province calabresi e si era accaparrata il servizio al massimo ribasso, con risparmi enormi in danno però all’ambiente, attraverso sversamenti illeciti e la mancata manutenzione e condotta fraudolenta nella gestione dell’appalto. L’operazione dà il senso che la maladepurazione è soprattutto legata ad una gestione illegale”. Sono in tutto 34 i depuratori interessati nelle cinque province per 40 Comuni, ma la società gestiva anche altri impianti.

Nel dettaglio, le persone indagate sono gravemente indiziate a vario titolo dei reati di associazione per delinquere, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, inquinamento ambientale e frode nelle pubbliche forniture. Tra i reati contestati vi è un tentativo di estorsione aggravato dalla modalità mafiosa nei confronti di un dipendente di una società, il quale avrebbe subito una minaccia da parte di esponenti della consorteria di ‘ndrangheta locale, su commissione del proprio datore di lavoro, al fine di farlo desistere dall’intraprendere iniziative sindacali finalizzate all’ottenimento di spettanze stipendiali dovutegli. Nei confronti di altri 12 soggetti, di cui 4 funzionari di enti locali, sono state emesse informazioni di garanzia. Il provvedimento prevede, inoltre, il sequestro preventivo delle quote e del compendio aziendale di 6 società con sede nella Provincia di Catanzaro da affidare ad amministratori giudiziari nominati dall’A.G. Il valore complessivo delle aziende ammonta ad oltre 10 milioni di euro.


In particolare, si legge nel comunicato diffuso dai carabinieri, si ipotizza che i responsabili delle società ottenessero illeciti profitti attraverso:

  • l’abbattimento dei costi di gestione degli impianti di depurazione, determinato principalmente dal
    parziale trattamento dei fanghi prodotti dalla lavorazione delle acque reflue, nonché dalle mancate
    manutenzioni previste dai capitolati d’appalto;
  • la redazione di falsi Formulari di Identificazione Rifiuti nei quali si attestava il fittizio
    conferimento di rifiuti presso un impianto di depurazione con sede in un comune della provincia
    di Catanzaro;
  • lo smaltimento illecito di ingenti quantitativi di rifiuti (fanghi prodotti dal trattamento delle acque
    reflue urbane, rifiuti prodotti dalla pulizia delle acque di scarico, fanghi delle fosse settiche), per
    più di 2.000 tonnellate, nell’arco di circa un anno che venivano conferiti presso il citato impianto
    di depurazione fanghi, per una asserita attività di trattamento, in realtà mai eseguita;
  • la richiesta ad alcuni dei Comuni, con successiva liquidazione, degli oneri per le operazioni di
    manutenzione degli impianti di depurazione, prestazioni che invece avrebbero dovuto essere a
    carico della società.

Le condotte illecite, secondo gli indizi raccolti, hanno inoltre avuto come conseguenza il malfunzionamento di numerosi impianti di depurazione comunali che in 10 casi hanno comportato l’illecito sversamento dei liquami non trattati sia nei terreni circostanti che direttamente in mare, con evidente compromissione delle matrici ambientali.


Nel corso delle indagini sono stati sequestrati 4 depuratori dislocati in varie località della Calabria ed è stato effettuato l’accesso presso 24 comuni ricadenti nelle 5 province calabresi, da cui sono emersi diversi casi di frode ai danni della pubblica amministrazione con il concorso di funzionari pubblici.

Determinanti sono stati, a riscontro dell’attività investigativa, le attività tecniche di monitoraggio dei siti grazie ai quali è stato ricostruito l’illecito modus operandi. Un dato importante è emerso altresì dai periodici monitoraggi effettuati da Legambiente sulla qualità del mare, dei laghi e delle coste, che hanno confermato il quadro allarmante della situazione che caratterizza la qualità delle acque nei pressi dei siti di depurazione attenzionati.

Tutti i nomi degli indagati

In carcere:
Mario Minieri (Caraffa di Catanzaro, 26.06.1962);
Giuseppe Minieri (Soverato, 17.07.1989);
Saverio Minieri (Soverato, 28.01.1991);
Giuseppe Donatello Valentino (Caraffa di Catanzaro, 18.08.1974);

Ai domiciliari:
Vincenzo Papalia (Cinquefrondi, 20.03.1981);
Ilario Serianni (Catanzaro, 16.10.1987);
Giuseppe Passafaro (Catanzaro, 29.09.1968);
Raffaele Passafaro (Catanzaro, 23.01.2001);
Antonietta Vescio Campisano (Lamezia Terme, 20.11.1978);
Gioacchino Rutigliano (Terlizzi, 05.03.1985);
Andrea Talarico (Lamezia Terme, 27.06.1989);
Davide Bartucca (Lamezia Terme, 24.10.1983);
Domenico Rosariano (Catanzaro, 03.12.1985);
Francesco Pungitore (Lamezia Terme, 17.10.1976);
Giuseppe Bongarzone (Catanzaro, 02.05.1988);
Ernesto Lento (Nicastro, 29.05.1962);
Vincenzo Ruggero Talarico (Sambiase, 04.03.1964).

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