Il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro ha rilasciato dichiarazioni a seguito della vasta operazione Olimpo che ha visto 78 persone della ‘Ndrangheta indagate.
Catanzaro – Sono 56 gli arresti (dei quali 41 in carcere e 15 ai domiciliari),per un totale di 78 indagati. Questi i numeri dell’operazione Olimpo coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro con l’ausilio della polizia di Stato di Vibo Valentia. Nella conferenza stampa il procuratore Nicola Gratteri ha riassunto la situazione in compagnia del Direttore Centrale Anticrimine Prefetto, Francesco Messina Messina, del dirigente della Mobile di Vibo Gianni Albano e di Fausto Lamparelli, dirigente Sco.
Nicola Gratteri ha dichiarato:
«Un’indagine nella quale ci sono prove, non gravi indizi di colpevolezza. Grazie a intercettazioni ambientali, telematiche e telefoniche. Abbiamo le voci degli arrestati di questa notte, sequestri di beni, pedinamenti effettuati. Questa notte abbiamo dimostrato di avere un sistema capillare e sistematico di controllo di tutte le attività alberghiere e turistiche della provincia di Vibo e in particolar modo Tropea e paesi limitrofi. La ‘ndrangheta chiedeva la tangente per qualsiasi attività, finanche il controllo sul porto di Tropea. Tangenti da 20mila euro al mese».
Alle dichiarazioni del procuratore Gratteri hanno fatto seguito quelle di Francesco Messina:
“Una ‘ndrangheta fortissima, sia dal punto di vista militare che economico. Un’attività di estorsione sistematica alla quale non corrisponde nessuna denuncia. Un agire mafioso riconosciuto sul territorio: il contrasto diventa proficuo ed essenziale se si aggiunge un contemporaneo attacco ai beni illecitamente acquisiti. L’azione di contrasto alle criminalità si può fare efficacemente solo se si agisce su due piani in contemporanea. 250 milioni di euro sottoposti a sequestro: è una capacità chiarissima non di infiltrare, ma di possedere questo territorio. Qui c’è il crimine di Vibo, ci sono i Mancuso e ciò dimostra che questi soggetti devono essere combattuti non solo sul piano militare. Il reale problema è che in Italia l’organizzazione mafiosa egemone è la ‘ndrangheta“.