Castelfranco Veneto (Treviso) – Si sono celebrati oggi venerdì 29 dicembre i funerali di Vanessa Ballan, la giovane madre uccisa a coltellate lo scorso 19 dicembre sulla porta di casa di Riese Pio X (Treviso). La cerimonia si è svolta nel Duomo di Castelfranco Veneto. Centinaia di persone hanno accompagnato con un lungo applauso la bara bianca nella piazza. In tanti indossavano nastri rossi e simboli contro la violenza sulle donne. I legali dei famigliari della vittima hanno chiesto di “non consentire la presenza di operatori video e fotografi di testate giornalistiche all’interno” della chiesa.
La cerimonia in Duomo, celebrata dal vescovo monsignor Michele Tomasi, è iniziata alle 14.30 dopo l’arrivo della bara bianca di Vanessa, scortata dal compagno Nicola Scapinello e con sopra i fiori bianchi, rosa e celesti, tulipani e rose. Alle esequie partecipano il sindaco di Castelfranco Veneto e presidente della provincia Stefano Marcon, quello di Riese Matteo Guidolin, altri sindaci della zona e l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin. Presente anche il governatore del Veneto Luca Zaia, che per oggi ha proclamato il lutto regionale.
Dell’omicidio è accusato il kosovaro Bujar Fandaj, 41 anni, con cui la donna – che era incinta del secondo figlio – aveva avuto una relazione e che a ottobre aveva denunciato per stalking. A trovare il corpo sulla soglia di casa era stato il marito, 28 anni, di rientro da una giornata di lavoro.
“Non c’è un motivo al mondo che giustifichi questo atto, questa violenza. Non c’è mai. Non c’è sicuramente nel caso di Vanessa e della creatura che lei portava in grembo”, ha detto monsignor Tomasi durante la sua omelia. “Con il male non possiamo, non abbiamo il diritto di venire a patti”, ha aggiunto il vescovo, chiedendo “il silenzio dai clamori e dalle curiosità”. Non certo, ha precisato, “il silenzio della ricerca della giustizia e nemmeno il silenzio nell’impegno per una civiltà che rifiuti nelle parole, negli atti e nei fatti la violenza sulle donne, e che superi finalmente la follia di voler possedere una persona, o di volerne determinare con la violenza le scelte e le decisioni”.
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