Caso Visibilia, Santanchè: “Dimissioni? Non ho una condanna”, è aria di rimpasto?

Il ministro: “Male non fare, paura non avere”. Ma intanto dopo il caso Sangiuliano e la partenza di Fitto potrebbero esserci cambiamenti.

Roma – Dimissioni per il caso Visibilia? “Non mi pare di avere un processo o una condanna. Non mi sembra di avere niente”. “Se voi ritenete – ha aggiunto ai cronisti – che un avviso di garanzia debba portare alle dimissioni di un ministro è un’opinione vostra”. A margine della presentazione del progetto ‘Viaggio italiano’ al Touring Club, Daniela Santanchè ha risposto a chi le chiedeva se abbia mai pensato di rassegnare le proprie dimissioni da ministro del Turismo. La risposta, tornado sul caso che ha tenuto banco per mesi e che ha agitato la politica è chiaramente no.

Poi ancora a chi le ha chiesto se ci sia una strategia occulta dietro all’inchiesta che la vede indagata: “Su questo ho fiducia nei magistrati. Non mi sono difesa, non ho partecipato a processi mediatici, sono sempre stata presente, come è giusto, nelle sedi opportune, ho spiegato in Parlamento. Oggi non mi sembra di avere colpe o condanne. Non c’è niente di tutto questo”. Una domanda che sembra essere tornata in voga nelle ultime ore, con le dimissioni dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano e le ipotesi di un complotto nei suoi confronti.

Daniela Santanchè, ministro del Turismo

Di certo il caso Sangiuliano fa aleggiare l’ipotesi di rimpasto: la lista di ministri di FdI a rischio addio si allunga. E si avvicina la parola tabù della quale Meloni non avrebbe mai voluto parlare: rimpasto. Per la sostituzione dell’ex ministro della Cultura è arrivato Alessandro Giuli. Per quella del ministro Raffaele Fitto in partenza per Bruxelles, le ipotesi sono aperte: non è escluso che si riallochino le deleghe tra più ministri, a partire da Nello Musumeci, ministro per il Sud che potrebbe prendere le ambite deleghe per il Pnrr, mentre le competenze degli Affari europei potrebbero andare alla Farnesina, mettendole in capo a un viceministro di peso come Edmondo Cirielli.

Carlo Calenda lega le vicende Sangiuliano e Santanchè. “Quella di Sangiuliano una vicenda tragicomica, mentre quella che investe il ministro Daniela Santanchè è grave. Meloni non è persona impreparata, ma la sua classe dirigente non riesce a gestire questo paese. Sangiuliano è inadatto a fare il ministro non perché porta una signora in giro non si sa a che titolo, ma perché ogni giorno lancia sbruffonate”, aveva detto il leader di Azione.

Santanché, Sangiuliano e Fitto

Ma Santanchè si dice “assolutamente tranquilla: male non fare, paura non avere. La mia faccia è questa e l’ho sempre messa a disposizione della trasparenza e della mia condotta. Nulla attiene alle mie funzioni come ministro della Repubblica. Quando si giura, si giura. Non mi pare ci sia qualcuno che mi abbia mai fatto un appunto sulla mia funzione di ministro”. Due le inchieste coinvolgono il ministro del Turismo: da una parte il filone sull’accusa di falso in bilancio per la gestione del gruppo Visibilia, dall’altra quello di truffa aggravata sui fondi Covid. Durante i mesi della pandemia, Visibilia editore e Visibilia Concessionaria avrebbero incassato i fondi per la cassa Covid “a zero ore” per tredici dipendenti delle due società, anche se i lavoratori hanno continuato a lavorare normalmente.

I pm hanno quantificato in 126 mila euro i contributi per oltre ventimila ore di cassa non dovuta, Fondi che arrivavano quando Santanchè ancora amministrava la società. E gli stessi dipendenti, sentiti dalla Guardia di Finanza, hanno confermato come lei fosse informata sul recepimento dei contributi.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa