Pozzolo Campana pistola

Caso Pozzolo, il deputato respinge le accuse e difende Delmastro: “non c’entra nulla”

L’esponente di Fdi: “Se quel colpo fosse davvero partito dalla mia mano perché allora sottopormi allo Stub quella notte?”.

Biella – “Se quel colpo fosse davvero partito dalla mia mano per quale ragione io, volontariamente, mi sarei sottoposto allo Stub quella notte?”. Così al TgR Piemonte il deputato di FdI, Emanuele Pozzolo, all’indomani della chiusura delle indagini preliminari sullo sparo di Capodanno a Rosazza, nella provincia biellese, dove secondo l’ipotesi accusatoria, il parlamentare avrebbe sparato per errore un colpo di pistola ferendo il genero del capo scorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, con una mini pistola.

Il sottosegretario Andrea Delmastro. ANSA/CLAUDIO PERI

“Il silenzio davanti ai magistrati? Con i miei legali ci siamo presentati in Procura a Biella, abbiamo fissato la data dell’interrogatorio ma è avvenuto uno spiacevole inconveniente il giorno prima – ricorda -: aprendo i giornali abbiamo potuto apprendere ampi stralci che non erano a nostra disposizione. Abbiamo ritenuto quindi che non ci fosse il clima di serenità adatto. Abbiamo atteso il deposito delle perizie, e in questi i venti giorni valuteremo assieme agli avvocati quale sarà il comportamento da da tenere”. Riguardo al collega di partito Andrea Delmastro, infine, aggiunge: “Non c’entra assolutamente nulla con questa vicenda, non era vicino, era nella impossibilità di vedere questa cosa qua”. 

Secondo la procura, lo Stub per rilevare le tracce di esplosivo al quale si è sottoposto Pozzolo, la perizia balistica redatta per la procura dall’esperta Raffaela Sorropago, e le altre indagini effettuate nei locali della pro loco di Rosazza dove si teneva il party organizzato dalla sindaca del paese, Francesca Delmastro, sorella del sottosegretario, hanno escluso il coinvolgimento di terze persone. Malgrado sulla pistola siano state rinvenute, oltre alle tracce genetiche del deputato che ne è il proprietario, anche il Dna del caposcorta di Delmastro, Pablito Morello, e di suo figlio Maverick. Entrambi poliziotti penitenziari, i due avrebbero maneggiato l’arma dopo lo sparo per riporla al sicuro. Così almeno hanno dichiarato, non smentiti da alcuno dei presenti alla festa.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa