Le rivelazioni di due agenti allungano nuove ombre sulla fine del Pirata. A Trento si indaga su un giro di scommesse gestito dalla camorra.
Trento – Nella stanza D5 del Residence Le Rose di Rimini, quella dove il 14 febbraio 2004 venne ritrovato morto Marco Pantani, altre persone entrarono prima della scientifica.
Una insolita e grave intrusione sulla scena del delitto che allunga altre ombre inquietanti sulla tragica fine del Pirata e fornisce importanti elementi all’inchiesta della procura di Trento sul caso Pantani, positivo al doping dopo un controllo (contestato) fatto a Madonna di Campiglio 25 anni fa, durante il Giro d’Italia. Indagine affidata alla pm della Dda trentina Patrizia Foiera che indaga su un’ipotesi di reato di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse clandestine e collegata al decesso del ciclista.
“Ci diedero disposizioni affinché io e il collega aspettassimo fuori. Prima entrarono altri nella camera dove morì Marco Pantani. La cosa mi parve strana in quanto sulla scena del fatto su cui si indaga, a mio parere, per primi dovrebbero entrare gli operatori della scientifica opportunamente attrezzati con calzari, guanti e tute“. Queste le clamorose dichiarazioni rese a verbale da due agenti della polizia scientifica, come anticipate dall’agenzia di stampa LaPresse.
Chi sono questi “altri” che precedettero la scientifica e potrebbero aver inquinato la scena del delitto o asportato importanti elementi di prova? Sarà la magistratura a cercare di appurarlo. L’ipotesi che regge la nuova inchiesta su Pantani è quella di un giro di scommesse illegali gestite dalla Camorra fosse all’origine dell’esclusione del campione romagnolo dal Giro d’Italia del ’99. A Madonna di Campiglio il test antidoping di Pantani rivelò un valore troppo alto di ematocrito e l’ipotesi è che quel test sia stato alterato.
La criminalità campana avrebbe scommesso miliardi sulla sconfitta di Pantani, che era primo in classifica generale e che sarebbe arrivato a Milano da vincitore. Un fatto riportato da un pentito di camorra e anche da Renato Vallanzasca, già sentito dalla pm trentina ma in condizioni di salute troppo precarie per rispondere. Un piccolo passo avanti, fa sapere il legale della famiglia Pantani parlando delle indagini. Mamma Tonina, da sempre convinta che il figlio sia stato incastrato e ucciso, è per certi versi soddisfatta ma “non ci facciamo illusioni”.