Caso Almasri: Fratoianni, chi ha chiesto a Cpi di non rendere pubblico l’arresto?

Interrogazione parlamentare di Avs nei confronti della presidente del consiglio Giorgia Meloni e ai ministri Nordio, Tajani e Piantedosi.

Roma – “Vogliamo sapere quale ministero e/o autorità delegata abbia dato istruzioni all’Ambasciata d’Italia a L’Aja di richiedere alla Cpi di astenersi dal rendere pubblico e commentare l’arresto di Almasri, come si evince dal comunicato del 22 gennaio 2025 della stessa Corte, e se tale richiesta sia stata avanzata il 19 gennaio 2025, in uno o più dei tre contatti che sarebbero intercorsi in quella giornata tra l’Ambasciata e la Cpi, come riportato nel provvedimento del Procuratore”. È una delle domande che Avs con Nicola Fratoianni pone con un’interrogazione parlamentare alla presidente del consiglio Meloni, ai ministri Nordio, Tajani e Piantedosi.

Vogliamo sapere – prosegue Avs – quale ministero e/o autorità delegata abbia interloquito tramite l’Ambasciata d’Italia a L’Aja con la Corte penale internazionale ed in particolare quale dicastero e/o autorità delegata abbia designato, sulla base di consultazioni intervenute con la Cpi, l‘Ambasciata d’Italia a L’Aja quale canale designato per le necessarie interlocuzioni e richieste tra il Governo italiano e la stessa Corte relative al mandato di arresto emesso nei confronti di Osama Almasri. A quale dicastero e/o autorità delegata sia stata trasmessa dall’Ambasciata d’Italia a L’Aja la richiesta del 20 gennaio 2025 della Cpi nella quale si richiedeva se, oltre alla trasmissione di una traduzione italiana riveduta, vi fossero altri ostacoli o impedimenti per l’esame del mandato d’arresto e quale dicastero e/o autorità delegata abbia dato istruzione di rispondere che non era stato identificato”.

La Corte Penale Internazionale

Nell’atto ispettivo si ricorda che “a seguito della mancata convalida dell’arresto di Osama Almasri Njeem avvenuto il 19 gennaio 2025 da parte della polizia giudiziaria di Torino su mandato della Corte penale internazionale, da parte della Corte d’appello di Roma in data 21 gennaio 2025, la Corte penale internazionale il 22 gennaio 2025 aveva diffuso un comunicato dove si può leggere che ‘Su richiesta e nel pieno rispetto delle autorità italiane, la Corte si è deliberatamente astenuta dal commentare pubblicamente l’arresto del sospettato’. Inoltre dal 18 gennaio 2025 la Cpi aveva informato l’Italia del mandato di arresto nei confronti di Almasri attraverso i canali designati come indicato dall’Italia sulla base di consultazioni precedenti, vale a dire l’ambasciata d’Italia a L’Aja; il 19 gennaio 2025 dopo la comunicazione alla Cpi dell’arresto di Almasri sono intercorsi tre contatti tra la Cpi e l’Ambasciata d’Italia a L’Aja rispettivamente la mattina, il pomeriggio e la sera”.

Il pomeriggio del 20 gennaio 2025, prosegue, “la Cpi richiedeva sempre tramite l’Ambasciata d’Italia a L’Aja se, oltre alla trasmissione di una traduzione italiana riveduta, vi fossero altri ostacoli o impedimenti per l’esame del mandato d’arresto, ricevendo come risposta che non era stato identificato nessuno. Poi però il pomeriggio del 21 gennaio 2025 come si legge nel provvedimento del 25 febbraio 2025 del procuratore della Cpi, ‘il Ministero della Giustizia ha rilasciato un comunicato stampa affermando: “Abbiamo ricevuto la richiesta della Cpi di arrestare Najeem Osema Almasri Habish. Alla luce della complessità del dossier, il Ministro sta valutando la trasmissione formale della richiesta della Cpi alla Procura generale di Roma ai sensi dell’articolo 4 della legge n. 237 del 2012”. A quel tempo, l’aereo Falcon 900 del Governo italiano che avrebbe trasportato Njeem a Tripoli aveva già lasciato Roma ed era atterrato a Torino, dove Njeem era stato trattenuto'”.

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