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Caro estinto senza fattura. E ai funerali sono in nero anche i lavoratori

L’inchiesta della Gdf svela il generalizzato ricorso al “sommerso” nel settore. Undici indagati.

Pescara – Disoccupati tra i 30 e i 50 anni impiegati come portantini nelle attività di spallaggio dei funerali della zona, senza contratto né tutele. E’ quanto emerso nei controlli su 17 aziende del pescarese effettuati dalle Fiamme gialle: 163 lavoratori abusivi impegnati in 1483 funerali, per un totale di 909 giornate irregolari. Le indagini hanno stretto il cerchio intorno a 11 persone indagate, tra dipendenti di alcune piccole imprese di pompe funebri e necrofori impiegati ai funerali, anche se in ferie o malattia e, in alcuni casi, senza contratto.


I controlli effettuati dagli uomini della Tenenza di Popoli (Pe) nell’ambito dell’operazione “Steal Jobs”
contro il “lavoro sommerso” nel settore delle onoranze funebri della provincia, avevano fatto emergere nelle ditte ispezionate, dal 2019 al 2021, una lunga serie di irregolarità, tra cui dipendenti assenti in busta paga, perché a riposo, in ferie, infortunati o proprio con nessuna indicazione d’impiego.

Dai risultati investigativi è inoltre emerso come le ditte irregolari garantissero personale per due ore circa, con un costo medio a persona di 100 euro per un servizio di trasporto dalla camera mortuaria sino all’arrivo al cimitero per la tumulazione. E, spesso, per le prestazioni dei necrofori (il cui prezzo, a cerimonia funebre, era quindi di quasi 400 euro) non veniva emessa alcuna fattura da parte dei datori di lavoro. Nella contabilità sono stati riscontrati contributi non pagati, ricavi non dichiarati e compensi “fuori busta”.

Oltre 1400 i funerali documentati dalla Gdf nei quali è stata impiegata manodopera irregolare

“Nelle indagini svolte dalla Tenenza di Popoli, i finanzieri hanno ideato una tecnica investigativa efficace, replicabile, sulla base della normativa di settore, su tutto il territorio nazionale per far emergere l’economia sommersa che si annida, su scala nazionale, nello specifico comparto imprenditoriale. – ha spiegato il Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Pescara, Antonio Caputo – L’operazione ha fatto emergere l’incidenza del lavoro nero sul nostro sistema economico-sociale, in termini di omissioni di tutele previste per i lavoratori, sleale concorrenza tra le imprese, sottrazione di risorse all’Erario e somministrazione illegale di manodopera, soprattutto in un settore in crescita come quello delle pompe funebri, il cui fatturato è aumentato mediamente del 40% nel triennio 2019-2021, con picchi fino ad oltre il 100%. Continueremo a garantire un costante presidio del territorio, a tutela dei cittadini, dei lavoratori e delle attività imprenditoriali regolari, per continuare ad affermare la legalità economico-sociale del territorio provinciale”.

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