Cresce il disagio sociale in Italia: aumentano le richieste d’aiuto ai Centri Caritas, con un +62% rispetto al 2014. Un quarto degli assistiti vive in povertà cronica.
Roma – Nel 2024 la Caritas italiana ha registrato un nuovo aumento delle richieste di aiuto: 277.775 persone, corrispondenti ad altrettanti nuclei familiari, si sono rivolti ai Centri di Ascolto e ai servizi diffusi in tutto il Paese. Si tratta di un incremento del 3% rispetto al 2023 e addirittura del 62,6% in più rispetto al 2014, segno di una crisi sociale sempre più profonda.
Diminuiscono i “nuovi poveri”, ma aumenta la povertà cronica
Mentre cala la percentuale di “nuovi ascolti” – ovvero persone che si rivolgono per la prima volta alla Caritas (37,7% contro il 41% dell’anno precedente) – aumenta il numero di situazioni di povertà intermittente o di lunga durata. Un dato allarmante riguarda la cronicizzazione della povertà: oltre un assistito su quattro (26,7%) si trova in una condizione di disagio stabile e prolungato.
Età media in crescita e sempre più anziani tra i bisognosi
L’età media degli assistiti è oggi di 47,8 anni, con una presenza sempre più significativa di anziani. Se nel 2015 gli over 65 erano solo il 7,7%, oggi rappresentano il 14,3%, e il 24,3% tra gli italiani. Un dato che evidenzia la vulnerabilità crescente delle fasce più deboli della popolazione, in particolare di chi vive con pensioni minime o senza rete familiare.
Famiglie con figli: il nucleo più fragile
Il 63,4% delle persone sostenute dalla Caritas vive in famiglie con figli, spesso incapaci di affrontare le spese essenziali nonostante uno o più componenti siano occupati. La fragilità occupazionale resta infatti il nodo centrale: il 47,9% degli assistiti è disoccupato, mentre il 23,5% ha un lavoro che però non basta a uscire dalla povertà. Tra i 35-54enni, i cosiddetti working poor superano il 30%.
Casa, lavoro e salute: i tre fronti della povertà
Oltre alla mancanza di un reddito stabile, le persone che si rivolgono alla Caritas segnalano difficoltà abitative e problemi di accesso alle cure sanitarie. Il disagio sociale, infatti, non si esprime solo attraverso la mancanza di lavoro, ma coinvolge l’intero sistema di protezione e inclusione, spesso carente o inadeguato.