Il rapporto Antigone “Senza Respiro” denuncia lo sprofondo dell’universo carcerario italiano, con un allarme per i minori.
Le carceri italiane sono al collasso, schiacciate da un sovraffollamento cronico e da un’escalation di suicidi. Il rapporto “Senza Respiro” dell’associazione Antigone dipinge un quadro drammatico: 62.445 detenuti a fronte di una capienza effettiva di circa 47mila posti, con un tasso di sovraffollamento del 133%. In due anni, i detenuti sono aumentati di 5mila unità, mentre i posti disponibili sono diminuiti di 900 a causa di strutture inagibili. Solo 36 carceri su 189 non sono sovraffollate, con San Vittore (220%), Foggia e Lucca tra i casi più critici. In 30 istituti su 95 visitati, le celle non garantiscono i 3 metri quadri minimi per detenuto, e molte mancano di riscaldamento o acqua calda.
Allarme suicidi e salute mentale
Il 2024 ha segnato un record negativo con 91 suicidi in carcere, il numero più alto mai registrato. L’autolesionismo è cresciuto del 4,1%, e il 44,25% dei detenuti assume sedativi o ipnotici per affrontare il disagio. La carenza di supporto psicologico aggrava la situazione, con 12% dei detenuti affetti da gravi patologie psichiatriche e 755 persone in lista d’attesa per le REMS. La correlazione tra sovraffollamento e malessere psicologico è evidente, come sottolinea Patrizio Gonnella, presidente di Antigone: “Un carcere sovraffollato trasforma i detenuti in numeri, non persone”.
Crisi negli istituti minorili
Il sistema minorile è al punto di implosione: 611 giovani detenuti al 30 aprile 2025, con un aumento del 54% in due anni. Nove Istituti Penali per Minorenni (IPM) su 17 sono sovraffollati, con Beccaria e Cagliari al 150%. Metà dei minori sono stranieri non accompagnati, e 189 giovani adulti sono stati trasferiti in carceri per adulti, segnalando un sistema al collasso.
Donne e Trans in Carcere
Le 2.700 donne detenute (4,4% del totale) sono spesso in sezioni femminili di carceri maschili, con 11 bambini che vivono con le madri. Le 70 donne trans sono detenute in carceri maschili, spesso in sezioni protette promiscue, con limitato accesso a cure ormonali e supporto psicologico. Gli stranieri (31,6% dei detenuti) soffrono per la scarsità di mediatori culturali (1,7 ogni 100 detenuti).
Lavoro e Reinserimento
Solo il 33% dei detenuti lavora, quasi tutti per il DAP, con appena 0,4% impiegato da aziende private. La carenza di educatori (uno ogni 64 detenuti) e di direttori (96 mancano) ostacola il reinserimento. Antigone chiede misure alternative per i 9.475 detenuti con pene inferiori a tre anni per ridurre il sovraffollamento.