Mani mozzate, riti d’iniziazione a colpi di mazze, aggressioni e risse per le strade di Milano. Sono i Latin Kings, una pandilla (banda) sudamericana, fazione “Chicago”, oggetto di un blitz da parte della polizia che ha condotto all’arresto di 9 persone.
Milano – Uno scontro tra bande, a colpi di machete in via Chiese a Milano. Da lì è partita l’indagine della polizia, che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 9 appartenenti alla fazione Chicago della banda sudamericana di livello mondiale “Latin King”. I destinatari hanno tutti tra i 20 e i 36 anni, tre sono finiti in carcere, sei ai domiciliari. Sono un argentino, un salvadoregno, tre peruviani e quattro ecuadoriani. Le indagini, che si sono avvalse delle immagini delle telecamere di sorveglianza e di intercettazioni, hanno ricostruito come la gang abbia un’organizzazione gerarchica, disciplinata da un regolamento interno che, con l’uso della violenza, svolge un’attività di controllo del territorio.
Il tentato omicidio è avvenuto circa un anno fa, in via Chiese a Milano. Vittima un altro sudamericano, in passato capo della pandilla rivale MS13. Colpito prima con un pugno, poi con bottiglie di vetro e infine, una volta a terra, a colpi di machete su una mano. Le indagini hanno accertato come l’episodio fosse da inquadrare nell’ambito dei conflitti tra le pandillas, che si erano affrontate ripetutamente e si affrontano tuttora per il controllo di diverse zone del capoluogo.
In questo contesto vanno inquadrate due risse avvenute il 30 aprile 2022 in via Avezzana a Milano e il 30 giugno 2022 ad Assago (Milano), durante le quali gli indagati hanno aggredito e sono stati a loro volta aggrediti con pugni, calci e con l’uso di bottiglie di vetro da appartenenti ad altre gang rivali.
Uno degli arrestati era chiamato “Inca supremo” ed è ritenuto il capo della fazione Chicago dei Latin King, gang rivale degli Ms13. Nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere Kleber Miguel Cotrez Cortez, 36 anni, ecuadoriano. È emerso che il 36enne indiceva le “riunioni periodiche della banda“, controllava che le “zone di influenza” non fossero “arbitrariamente invase dagli avversari” e sovrintendeva ai “riti che segnano la progressione di status dei singoli affiliati“.
Un secondo arrestato in carcere, Johnny Farfan Chavez, 27 anni, era invece a capo del “Capitolo” di Cologno Monzese e in quanto tale infliggeva “punizioni ai membri che violavano le regole della banda“. Il rito di iniziazione per gli affiliati prevedeva anche dei feroci pestaggi a cui dovevano resistere.