Lo scoppio nella fabbrica abusiva di fuochi d’artificio costò la vita a tre giovani. I familiari delle vittime hanno devastato l’aula e tentato di aggredire i giudici.
Napoli – Scene di violenza e disperazione si sono consumate nell’aula del tribunale di Napoli al momento della lettura della sentenza per la tragedia della fabbrica clandestina di fuochi d’artificio a Ercolano. I parenti di Sara ed Aurora Esposito, gemelle di 26 anni, e di Samuel Tafciu, appena diciottenne, hanno reagito con rabbia alla condanna pronunciata dal Gup: diciassette anni e mezzo di reclusione per i titolari dell’attività illegale e quattro anni per chi aveva fornito la polvere da sparo. L’esplosione che spezzò tre giovani vite risale allo scorso 18 dicembre.
La tensione accumulata durante il processo è esplosa quando il giudice ha terminato la lettura della sentenza in abbreviato. I familiari delle vittime hanno iniziato a rovesciare sedie e scrivanie, urlando la propria indignazione. Alcuni hanno anche cercato di avventarsi contro i magistrati, ma l’immediato intervento degli agenti di polizia presenti in aula ha evitato conseguenze più gravi. Le forze dell’ordine hanno dovuto formare una barriera umana per contenere la furia dei parenti, che hanno continuato a gridare slogan contro la decisione del tribunale.
“Diciassette anni per tre morti non rappresentano giustizia”, hanno urlato i familiari rivolgendosi prima ai giudici, poi verso i parenti degli imputati presenti in aula. Le accuse reciproche tra le due parti hanno reso l’atmosfera ancora più incandescente, con insulti e offese che hanno attraversato l’aula del tribunale. In più occasioni alcuni parenti delle vittime hanno tentato di raggiungere fisicamente l’altro gruppo familiare, ma ogni volta gli agenti sono riusciti a interporsi e impedire lo scontro diretto.
La sofferenza dei familiari è emersa in tutta la sua drammaticità dalle loro parole: hanno raccontato di essere seguiti da specialisti per superare il trauma, di notti insonni trascorse nel dolore più lancinante.
Il padre di Samuel, Kadri Tafciu, ha espresso con amarezza il suo pensiero sulla decisione del tribunale. Indicando la scritta presente nell’aula che recita “La legge è uguale per tutti”, ha contestato apertamente questo principio, affermando che nella realtà dei fatti non corrisponde al vero. L’uomo ha anche denunciato di essere stato bersaglio di offese da parte dei parenti degli imputati durante i momenti concitati seguiti al verdetto.
Il clima di tensione ha provocato conseguenze anche sul piano fisico: diversi presenti hanno accusato malori a causa dello stress emotivo, rendendo necessario l’intervento del personale sanitario. I medici hanno dovuto prestare soccorso a più persone che si sono sentite male nel corso degli incidenti.
La tragedia di Ercolano aveva scosso profondamente l’opinione pubblica per le modalità con cui si era verificata: tre giovani al lavoro in una struttura completamente abusiva, priva di qualsiasi misura di sicurezza, impegnati nella produzione illegale di materiale pirotecnico. L’esplosione aveva rappresentato l’epilogo drammatico di una situazione di sfruttamento e illegalità che ora ha trovato una risposta giudiziaria, seppur ritenuta insufficiente da chi ha pagato il prezzo più alto.