L’organizzazione smantellata dai carabinieri, con base a Perugia, ha veicolato 250 kg di stupefacenti in accordo con un boss del clan dei Casalesi.
Perugia – Mafia nigeriana e camorra unite nel narcotraffico: un fiume di droga proveniente dal Nord Europa verso le piazze di spaccio italiane. Nel prosieguo del filone investigativo che due anni fa aveva portato ad una sfilza di arresti e sequestri di droga, i carabinieri perugini, dopo il fermo di tre cittadini nigeriani eseguito tra febbraio e marzo 2023 a Terontola (AR) e Sinalunga (SI), trovati in possesso di oltre 1,5 kg di eroina, sono riusciti a ricostruire una rete di connazionali, residenti a Perugia e cittadini italiani, capaci di importare nel capoluogo umbro notevoli quantità di stupefacente dall’estero.
Oggi il blitz dei militari ha disarticolato l’organizzazione: 24 le misure cautelari eseguite per associazione per delinquere finalizzata al traffico, detenzione e spaccio di ingenti quantità di stupefacenti, in particolare eroina. L’esecuzione del provvedimento ha riguardato, oltre alla provincia di Perugia, anche in quelle di Caserta, Latina, Arezzo, Lucca, Pisa e Varese. Dieci indagati sono finiti in carcere, 3 ai domiciliari, mentre per altri 11 è scattata la misura dell’obbligo di presentazione quotidiana in questura. Quattro sono attualmente irreperibili sul territorio nazionale e sono state attivate ricerche anche in ambito internazionale.
Il gruppo, unitario e piramidale, era solito utilizzare come base logistica un’abitazione presa in affitto nel centro di Perugia dove sono in pochi mesi sono transitati centinaia di chili di droga.
Una volta ricevuto il carico, presso l’appartamento iniziava un vero e proprio “viavai” di altri connazionali i quali, a loro volta e con compiti ben definiti, acquistavano considerevoli quantità di sostanza che poi veniva venduta al dettaglio attraverso decine di pusher; proprio l’impiego di questi ultimi, utilizzati anche come vettori, consentiva quotidianamente di alimentare le “piazze di spaccio” non solo dell’Umbria ma anche quelle della Toscana, delle Marche e della Campania.
I corrieri, al fine di eludere eventuali investigazioni, nel tempo avevano adottato le più disparate tecniche di occultamento; i diversi fermi operati consentivano di rinvenire stupefacente in fusti di detersivo, all’interno di confezioni sigillate di succhi di frutta, all’interno di pneumatici, tra la spesa di generi alimentari e poche volte occultati sulla persona. In più circostanze è stato accertato anche il ricorso alla pericolosissima tecnica dell’impiego dei “corrieri ovulatori”: in un caso, addirittura, è stato monitorato un soggetto (poi arrestato) che aveva ingoiato 42 involucri di eroina, trasportando così quasi mezzo chilogrammo di sostanza.
Data la rilevanza dei quantitativi trattati e del conseguente ingente valore delle singole partite, l’associazione disponeva anche di un “chimico” deputato a testare le qualità dello stupefacente attraverso appositi reagenti e attrezzatura da laboratorio, prima di dare l’assenso alla conclusione dell’affare.
Gli sviluppi investigativi consentivano di appurare che il principale canale di rifornimento dello stupefacente per l’associazione era il nord Europa. Nel corso delle indagini sono stati effettuati numerosi recuperi di stupefacenti spesso operati, per ragioni di opportunità, da altre Forze dell’ordine:
- il 19 marzo 2023, al valico di Bardonecchia, un uomo di origine campana veniva sottoposto a perquisizione e trovato in possesso di 36 kg di stupefacente – di cui 31 kg di eroina e 5 kg di cocaina – suddiviso in centinaia di ovuli, celati all’interno di una ruota di scorta;
- la settimana successiva, un altro maxi sequestro di droga veniva effettuato in Umbria, lungo il raccordo Bettolle — Perugia; in quel caso venivano controllati 2 cittadini portoghesi che, ad altissima velocità, viaggiavano su un’autovettura che trasportava, sempre celati all’interno di uno pneumatico di scorta, 13 kg di eroina e alcune centinaia di grammi di cocaina;
- qualche giorno dopo nel capoluogo umbro venivano tratti in arresto nella flagranza del reato di detenzione e spaccio di stupefacenti ulteriori 4 cittadini nigeriani e sequestrati più di 1 kg di eroina.
Dall’elaborazione delle informazioni raccolte sono stati testimoniati collegamenti tra l’associazione criminale di matrice nigeriana ed esponenti della criminalità organizzata campana con particolare riferimento ad un soggetto di vertice del “clan dei Casalesi”, con specifiche attribuzioni di compiti e funzioni per lo smercio del pericoloso oppiaceo, anch’esso destinatario di misura cautelare in carcere.
A quest’ultimo il provvedimento cautelare è stato notificato presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere (CE), dove lo stesso si trova ristretto per il reato di estorsione. L’uomo, esponente apicale del clan, era da poco tornato in libertà dopo aver scontato una pena detentiva di oltre 20 anni a seguito di condanne per reati associativi e gravi fatti di sangue.
Nel corso delle indagini, oltre ai sequestri operati, è stato tracciato e contestato agli indagati un traffico di circa 250 kg di sostanza stupefacente, immessa sul territorio nazionale, per un valore di mercato al dettaglio stimato in 15 milioni di euro.
Contestualmente agli arresti, sono state eseguite perquisizioni domiciliari che hanno consentito di rinvenire e sequestrare in una delle abitazioni nella disponibilità degli indagati complessivamente 624 gr di cocaina, 4,7 kg di marijuana e oltre 20mila euro in contanti. Per tali fatti sono stati arrestati in flagranza di reato 5 nigeriani che sono stati deferiti alla magistratura.