Camorra e riciclaggio, sequestrata a Napoli la storica pizzeria “Dal Presidente” [VIDEO]

Nel mirino della Gdf la società che gestisce l’attività di ristorazione, riconducibile al clan Contini: confiscati 3,5 milioni di euro. Cinque arresti.

Napoli – Anche la società che gestisce la notissima pizzeria del centro storico di Napoli “dal Presidente”, che si trova in via dei Tribunali, sarebbe riconducibile al clan Contini: è quanto emerge dalle indagini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli che hanno portato all’arresto di cinque persone (tre in carcere e due ai domiciliari). La Dda partenopea (pm Alessandra Converso e Daniela Varone) contesta il trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, aggravato dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare la camorra. La pizzeria è stata sequestrata dai finanzieri insieme con altri beni.

Cinque in manette, tre sottoposti alla custodia cautelare in carcere e due agli arresti domiciliari, gravemente indiziati dei reati di trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità agevolativa del clan Contini. L’attività investigativa ha permesso di accertare l’intestazione fittizia di due società operanti nel settore della ristorazione e panificazione per le finalità illecite del sodalizio e per il sostentamento dei detenuti e delle rispettive famiglie.

L’impresa di ristorazione, operante nel centro storico di Napoli, sarebbe stata acquistata grazie all’apporto economico e alla “protezione” fornita da un esponente di spicco del clan, alla cui famiglia sarebbe stata destinata una parte dei relativi proventi anche dopo la sua detenzione conseguente ad una condanna per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Grazie anche alle verifiche sui social network si è arrivati alla conclusione che la società era gestita, di fatto, dal cognato del detenuto, anch’egli gravato da numerosi precedenti penali, il quale si sarebbe poi affrancato dalla joint venture criminale avviando una nuova attività nel campo della panificazione e della vendita di prodotti da forno.

Le indagini, corroborate dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, avrebbero consentito di appurare anche la fittizia intestazione di un’impresa individuale operante nel settore dei servizi turistici, che il precedente titolare sarebbe stato costretto a dismettere con minacce, percosse e intimidazioni, e di sette immobili di pregio siti nel capoluogo partenopeo.

Gli indagati avrebbero reimpiegato nelle società di ristorazione e panificazione e nell’acquisto degli indicati beni immobili l’importo complessivo di 412.435 euro, versato in contanti con reiterate operazioni sui conti societari e personali. Il profitto illecito è stato sottoposto a sequestro, unitamente alle quote delle società, all’impresa individuale e agli immobili oggetto di intestazione fittizia, il tutto per un valore complessivo di oltre 3,5 milioni di euro.

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