La cerimonia di consegna dei mitici almanacchi si è svolta alla presenza del Questore e dei rappresentanti delle associazioni di categoria e antiracket. Il ricavato verrà devoluto a sodalizi benefici.
Reggio Calabria – Stamattina, nella sala Nicola Calipari della Questura, si è svolta la consegna dei calendari della Polizia di Stato 2026 acquistati da alcune associazioni di categoria. Il Questore La Rosa ha voluto ringraziare personalmente il presidente dell’Associazione Costruttori Edili ANCE, Michele Laganà, il presidente dell’Associazione Antiracket FAI, Francesco Siclari, il residente della Cassa Edile, Herbert Catalano e la Scuola Edile, per l’importante contributo solidale ricevuto con l’acquisto dei calendari della Polizia di Stato.
Il ricavato delle vendite, al quale ha contribuito il personale della Polizia di Stato ed i cittadini, sarà destinato a due progetti solidali: una parte sosterrà il Piano Marco Valerio, che aiuta le famiglie dei poliziotti con figli gravemente malati, la restante parte finanzierà il progetto “Zambia” del Comitato italiano per l’Unicef, che cerca di garantire il “diritto all’acqua” agli abitanti del paese africano e in particolare ai bambini che vivono in condizioni di povertà e malnutrizione acuta.

Il Calendario, occhi profondi, sguardi intensi, volti che trasmettono emozioni e stati d’animo. Sono questi i protagonisti del Calendario della Polizia di Stato per il 2026 realizzato dall’Ufficio comunicazione istituzionale della Polizia. A immortalare quel che “mostra lo color del core”, come scrisse Dante, è stato quest’anno il collettivo di Ricordi Stampati, formato da Settimio Benedusi e Guido Stazzoni.
Molto più di un Calendario. Un progetto artistico che racconta l’umanità dietro l’uniforme, costruito lungo un viaggio che ha attraversato l’Italia, da nord a sud, fatto di incontri autentici ed emozionanti. Gli autori degli scatti hanno scelto una narrazione visiva doppia: da un lato, la fotografia di gruppo in uniforme; dall’altro, un ritratto in bianco e nero di una sola persona appartenente a quel gruppo. Una tecnica semplice e potente per ricordare che dietro ad ogni divisa c’è una persona, con la propria storia, emozione e umanità.
Un lavoro “frutto di uno sguardo profondo e rispettoso”, che ha saputo far emergere la complessità e la bellezza delle donne e degli uomini della Polizia di Stato, che ogni giorno sono al servizio dei cittadini.