Il tribunale amministrativo ha dato il via libera all’abbattimento di 469 esemplari, come stabilito dalla delibera di giunta regionale.
L’Aquila – Si può sparare su Bambi. Il Tar ha respinto il ricorso delle associazioni ambientaliste che volevano fermare la strage dei cervi in Abruzzo. Il tribunale amministrativo regionale ha dato il via libera all’abbattimento selettivo di 469 esemplari, come stabilito dalla delibera di giunta regionale. Ora si potrà ricorrere al consiglio di Stato in fase cautelare o chiedere la fissazione dell’udienza di merito.
Il ricorso era stato presentato da Lav, Wwf e Lndc animal protection. Ora anche il tribunale amministrativo regionale ha dato il via libera all’abbattimento, come stabilito dalla delibera di giunta regionale dell’8 agosto scorso che ha autorizzato, dal 14 ottobre al 15 marzo, il prelievo di 469 cervi da parte di cacciatori abilitati negli ambiti territoriali di caccia in provincia dell’Aquila, fuori dalle aree protette e contigue del Parco nazionale d’Abruzzo, dei Parchi della Maiella e del Gran Sasso e il parco regionale Sirente. Le associazioni hanno chiesto di sospendere il provvedimento dell’esecutivo regionale. “Non essendo stato monitorato l’intero territorio regionale, il numero ottenuto è certamente una sottostima del numero di cervi attualmente presenti” così il giudice amministrativo ha giustificato la bocciatura del ricorso.
“Abbattimenti inutili, decisione che irrompe come un fulmine a ciel sereno”: così l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) aveva definito la delibera della Giunta della Regione Abruzzo n. 509 dell’8 agosto 2024 che ha approvato l’abbattimento di 469 cervi, tra cui cuccioli, che prevede persino un “prezziario minimo”: un tanto a esemplare, a seconda dell’età e del genere. Tariffe maggiorate per i cacciatori non residenti in Abruzzo. “Con profonda delusione prendiamo atto del pronunciamento del Tar – commentano le associazioni – In questi mesi si è atteso invano un confronto sia tecnico sia politico con l’amministrazione regionale che oggi si assume la responsabilità di aver reso cacciabile il cervo in Abruzzo”.
La replica alle associazioni dalla Regione: “L’ordinanza del Tar Abruzzo sul contenimento faunistico del cervo, appena pubblicata, attesta la correttezza della delibera regionale e la validità del procedimento amministrativo da parte della Regione Abruzzo”, dichiara il vicepresidente della giunta regionale dell’Abruzzo e assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Emanuele Imprudente. “Pur consapevoli che si tratta solo della fase cautelare del procedimento, tuttavia le motivazioni del rigetto contenute nell’ordinanza sanciscono una sostanziale infondatezza delle argomentazioni prodotte nel ricorso amministrativo”, conclude.