L’assassino di Desirée Piovanelli sta per tornare in libertà

L’operaio condannato a 30 anni per l’omicidio della 14enne ha ottenuto uno sconto di pena, che gli permetterà di uscire dal carcere sette anni prima del previsto.

Brescia – Giovanni Erra, l’operaio condannato a 30 anni di carcere per l’omicidio della studentessa Desirée Piovanelli, uccisa nel settembre 2002 a Leno (Brescia) quando aveva solo 14 anni, è prossimo alla scarcerazione. “Siamo agli sgoccioli”, ha commentato il suo legale Antonio Cozza, confermando che il suo assistito otterrà la libertà con sette anni d’anticipo rispetto alla tabella di marcia originaria.

La liberazione di Erra arriverà proprio quando ricorrono i 23 anni dalla morte della giovane. L’uomo, che aveva 36 anni al momento del delitto, tornerà libero alla soglia dei 60 anni. Da tempo era già stato affidato a una comunità nell’ambito del percorso di reinserimento sociale.

Il caso di Desirée Piovanelli ha attraversato un complesso iter giudiziario. Nel processo di primo grado, Erra era stato condannato all’ergastolo ma in appello la pena venne ridotta a 20 anni. Successivamente, il ricorso della Procura Generale di Brescia in Cassazione portò la Suprema Corte a decidere per un nuovo processo.

L’appello bis, celebrato a Milano, vide la pena risalire fino a 30 anni di carcere. Il 3 novembre 2005, Erra venne definitivamente condannato a Milano a tre decenni di reclusione. Nel frattempo, gli altri tre imputati ritenuti colpevoli del delitto – Nicola, Nico e Mattia – che nel 2002 erano minorenni, hanno già scontato le loro pene e sono liberi da anni.

I dubbi del padre di Desirée

Con la prossima liberazione di Erra si chiude definitivamente una vicenda che, secondo Maurizio Piovanelli, padre di Desirée, non è mai stata raccontata nella sua interezza. Nonostante le condanne pronunciate dalla giustizia, l’uomo ha sempre nutrito la convinzione che l’assassino di sua figlia sia ancora libero e non sia mai stato condannato.

Desirée Piovanelli scomparve il 28 settembre 2002 dopo essere uscita di casa a Leno. Il suo corpo venne ritrovato in un cascinale abbandonato: la ragazza era stata pugnalata e parzialmente bruciata. Le indagini portarono all’arresto di tre minorenni, amici della vittima, e di Giovanni Erra, vicino di casa della famiglia Piovanelli. Quest’ultimo venne riconosciuto come l’esecutore materiale dell’omicidio.

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