BOJO PIGLIATUTTO. EVVIVA L’EUROPA.

Alcune riflessioni fuori dal coro per l'Europa del domani. a prescindere dal trionfo di "BoJo".

“C’è nebbia sulla Manica: il continente è isolato” (Times). Alcuni numeri nemmeno si glossano: è stata una vittoria impressionante. Di Johnson, prima di tutto, poi del leave.

Il potpourri è variegato: vero che noi europei, che inconsciamente aspettavamo un nuovo referendum, perché non era possibile che andasse davvero a finire così, non ci avevamo capito niente; vero che la destra trionfa, con tanto di striscioni “Go Boris go!” in piazza e di Salvini e salviniani festanti su twitter; vero che Londra è di fatto la quinta città italiana (700.000mila italiani domiciliati lì) e che quindi la vicenda ci tocca più da vicino di quanto sembri, e adesso dei nostri migranti chissà; vero che era dal 1935 che il labour non prendeva una batosta del genere.

Però c’è anche altro.

Intanto già i primi commenti notturni (e, c’è da aspettarselo, seguiranno la scia anche i prossimi) raccontano di una tendenza inglese valida erga omnes. Valutazione a dir poco semplicistica, mi pare: oggi la Manica risulta più estesa che mai.

Ascoltate Johnson: “Siamo la democrazia più grande del mondo”. Roba da americani. L’ottimo Mario Sechi la definisce “angloamerica” e il concetto calza. E’ come se, messo davanti a un aut aut e dopo mesi di stillicidio (e di paternalistica accondiscendenza continentale), il popolo britannico avesse preso il coraggio a piene mani: se deve essere “leave”, allora leave sia, fino in fondo. Roba peraltro coerente per un popolo che ha perseverato ostinatamente ad andare a teatro mentre i nazisti ne bombardavano le città.

Noi europei siamo questo? Probabilmente no. Per prudenza, saggezza, calcolo, pavidità, ma ontologicamente non lo siamo mai stati. Nemmeno nel Commonwealth siamo mai stati, d’altra parte. Queste lezioni di democrazia (perché, la si pensi come la si pensi, quella di stanotte, oggettivamente, è stata una lezione di democrazia e di coraggio) non le abbiamo mai digerite fino in fondo.

Ad esempio, giusto per tornare un attimo alle cose di casa nostra, ieri l’informatissimo D’Agostino ha titolato: “Chi tocca il Governo muore”. E a ragione, pensateci. Voci (insistenti) di corridoio mormoravano che venti/trenta cinquestelle fossero pronti a veleggiare verso lidi salviniani, lasciando nelle secche la maggioranza di governo; ed ecco che altre voci (altrettanto insistenti, forse di più) hanno raccontato di venti/trenta moderati di centrodestra pronti a varcare il Rubicone per far da sponda al Conte bis. Ottima contraerea (messaggio subliminale: anche se ve ne andate, il Governo non cade: niente applausi per voi e noi la pensione non ce la rimettiamo), ma quanto è distante tutto questo dalle logiche di Westminster?

Insomma, noi non siamo questo. Quindi è probabilmente azzardato tracciare paragoni con le dinamiche del Paese di sua Maestà. Noi siamo piuttosto (storicamente) rappresentati dai Macron e dai Rutte, dai Gentiloni e dalle Merkel: l’ancient regime che ridacchia compassionevole davanti all’ennesimo parvenu (Trump? Johnson? Ma poi sarà davvero un caso che i termini “colti” vadano tutti declinati al francese e non all’inglese?). Noi siamo altro da questo, e da questo “altro” sarebbe probabilmente il caso che imparassimo a trarre ispirazione, per costruire un’autonoma soggettività, il più possibile indipendente dalle variopinte influenze straniere (Usa, Russia, Cina). Potrebbe persino essere la volta buona.

Resta comunque un fil rouge. Lo si rintraccia, per l’esattezza, nello storico tracollo del labour di questa notte: una caduta di dimensioni tali da travalicare ogni analisi logistica. La sinistra è nata come rappresentanza dei più deboli. Oggi la sinistra è evidentemente percepita (più o meno ovunque) come soggetto esponenziale dei più forti. Che sia vero o che sia esito di strategie di comunicazione, si tratta di un dilemma da sbrogliare. Se l’Europa vuole essere “Europa”, soggetto indipendente e autonomo e, soprattutto, entità a sè stante rispetto all’Angloamerica (attualmente) sovranista, il nodo va sciolto. Che cosa significa, di preciso, non essere sovranisti? Che cosa significa essere europei?

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