Blitz dei Radicali davanti al ministero della Giustizia: denunciato Nordio per tortura

Gli esponenti del partito a via Arenula con le mani sporche di sangue e la maschera col volto del ministro: “Venga con noi in carcere”.

Roma – Per protestare contro la mancanza di provvedimenti per affrontare la drammatica situazione delle carceri italiane, Matteo Hallissey, Filippo Blangino e Pietro Borsari (rispettivamente segretario, tesoriere e membro di direzione di Radicali Italiani) si sono presentati questa mattina di fronte il Ministero della Giustizia con la maschera del Guardasigilli Carlo Nordio e le mani sporche di sangue, per poi essere fermati dalle forze dell’ordine. Dopo il blitz hanno dichiarato di aver denunciato Nordio per tortura “vista l’omissione di atti che sarebbero indispensabili per porre fine ad una situazione che lede lo Stato di Diritto”.

“È indispensabile intervenire per evitare una sistematica violazione dei diritti umani dei detenuti e dei detenenti – affermano in una nota i tre esponenti radicali – il Ministro Nordio deve venire con noi in carcere, la situazione è fuori controllo, ci sono detenuti con le braccia piene di tagli, bambini lasciati marcire nel carcere, anziani che non possono camminare e mangiare in autonomia, un sovraffollamento folle. Le persone in carcere muoiono, mentre il Governo emana provvedimenti spot“.

I Radicali non sono i soli a denunciare Nordio: “Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”. A questa previsione del codice penale (Art. 40) fanno riferimento il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti e i dirigenti di Nessuno tocchi Caino Rita Bernardini, Presidente, Sergio D’Elia, segretario ed Elisabetta Zamparutti, tesoriera, nell’esposto-denuncia che, con il patrocinio dell’avvocato Maria Brucale, verrà depositato oggi alle ore 17, presso la stazione dei carabinieri di Piazza San Lorenzo in Lucina a Roma.

Le immagini del blitz dei Radicali

L’esposto è rivolto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma perché, “a fronte della gravità della situazione nelle carceri – descritta con dovizia di particolari nelle 11 pagine del testo – e a fronte dei probabili ulteriori pericoli che incombono sulla comunità penitenziaria, verifichi la sussistenza di eventuali responsabilità penali a carico del ministro della Giustizia Carlo Nordio e dei Sottosegretari Andrea Del Mastro Delle Vedove e Andrea Ostellari i quali, avendo specifici obblighi di custodia dei ristretti, non vi adempiono cagionando loro un danno evidente alla salute, fisica o psichica, e alla loro stessa vita”. Il documento fa riferimento in particolare “agli accadimenti gravi quali i suicidi e altre morti in carcere per malattia e assenza di cure.

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