Lo sfogo della mamma e del papà di Vincenzo Lantieri a Pomeriggio Cinque News: “Non erano idonei a quel salvataggio, hanno giocato con la sua vita”.
Siracusa – “Vogliamo giustizia per nostro figlio”. Paola Carnemolla e Salvo Lantieri, i genitori di Vincenzo Lantieri, il bambino tragicamente morto dopo essere caduto in un pozzo artesiano a Palazzolo Acreide (Siracusa), hanno parlato per la prima volta pubblicamente dopo la tragedia. Durante un’intervista a Pomeriggio Cinque News, hanno espresso il loro dolore e rabbia per come sono stati gestiti i soccorsi quel giorno.
“Voglio giustizia per mio figlio”, ha dichiarato con fermezza Paola Carnemolla, madre di Vincenzo. Secondo la donna, i soccorsi non sono stati tempestivi né adeguati. “Dopo mezz’ora piena sono arrivati i soccorsi, lo hanno lasciato lì dentro e non hanno fatto tutto il possibile”, ha aggiunto, sottolineando che la vita del bambino poteva forse essere salvata con un intervento più rapido ed efficace.
Salvo Lantieri, il padre di Vincenzo, ha puntato il dito contro le attrezzature e il personale coinvolto nelle operazioni di soccorso, definendoli non idonei per affrontare una situazione così critica. “Quel giorno non avevano le attrezzature, non erano idonee quelle persone per quel lavoro”, ha detto con amarezza.
Il dolore dei genitori è amplificato dai tanti interrogativi che rimangono senza risposta. Paola Carnemolla si chiede perché il figlio sia stato soccorso solo dopo l’educatrice, nonostante fosse ancora vivo e chiedesse aiuto. “Voglio sapere perché hanno salvato prima l’educatrice e poi nostro figlio. Lui ci chiamava, era vivo. Oggi poteva essere qui”, ha dichiarato, aggiungendo che non era a conoscenza dei pericoli presenti nella fattoria didattica dove si trovava Vincenzo quel giorno.
La famiglia ha anche sollevato preoccupazioni sulla sicurezza del luogo in cui è avvenuta la tragedia. Il padre di Vincenzo ha spiegato che il pozzo non era segnalato adeguatamente e che i bambini giocavano vicino a esso senza alcuna protezione. “C’era una copertura improvvisata, non era recintato. I bambini giocavano nelle giostrine vicine al pozzo. In base alla profondità del pozzo, il bambino si poteva salvare”, ha affermato, esprimendo la sua convinzione che la tragedia poteva essere evitata.
Il dolore della famiglia è palpabile e la madre di Vincenzo, in un momento di grande sofferenza, ha scelto di non parlare del confronto avuto con la soccorritrice che aveva tentato di salvare il figlio. “Sono arrabbiata, addolorata. Io, mio marito e i miei figli stiamo soffrendo”, ha detto Paola Carnemolla, lasciando trasparire l’enorme peso del lutto che la sua famiglia sta affrontando.