La pandemia ha sospeso il processo ma entro il 31 maggio le udienze riprenderanno. Le norme del progetto P.i.p.p.i. debbono diventare leggi regionali affinchè bambini e genitori siano realmente tutelati da chi specula sui minori.
Parliamo di Bibbiano, di quella mastodontica bolla mediatico-giudiziaria della scorsa estate. Si perché proprio il 27 giugno 2019 era scoppiato lo scandalo destinato ad indignare l’opinione pubblica per poi diventare mera arma di strumentalizzazione politica. La vicenda, iniziata nel 2018 con l’indagine ”Angeli e Demoni” ad opera della Procura di Reggio Emilia, ha portato agli arresti domiciliari sei persone e a misure cautelari altre dieci, tutte collegate ai servizi sociali dell’Unione Val d’Enza, un consorzio di sette comuni reggiani, costituito il 1°ottobre 2008, che condividono diversi servizi con sede a Bibbiano.
L’accusa è raccapricciante: organizzazione criminale dedita alla sottrazione di bambini a famiglie in difficoltà per poi cederli in affido, dietro pagamento, ad amici e conoscenti dopo averli sottoposti ad un ciclo di cure a prezzi gonfiati. A questo scopo psicologi e assistenti sociali avrebbero falsificato documenti e manipolato le dichiarazioni e i disegni dei bambini, anche attraverso l’uso improprio di un apparecchio denominato EMDR. L’apparato elettromedicale sarebbe servito per distorcere i ricordi, in modo che emergessero situazioni di abusi e violenze in famiglia tali da giustificarne l’allontanamento. I poveri bambini venivano così spediti in una struttura pubblica di Bibbiano da nome ”La cura”, sorta come centro di sostegno per minori vittime di violenza e abusi sessuali, a sua volta data in gestione ad una onlus di Moncalieri, “Hansel e Gretel”, centro privato, specializzato in abusi su minori, diretto da Claudio Foti e Nadia Bolognini, entrambi psicoterapeuti.
La coordinatrice di questo sistema illecito di affidi sarebbe stata la responsabile dei servizi sociali della Val d’Enza, la psicologa Federica Aghinolfi, affiancata dal suo presunto braccio destro Francesco Monopoli. Indagato con l’accusa di abuso d’ufficio e falso per l’assegnazione di locali per la cura di minori anche il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, in forza ai Dem. Gli psicoterapeuti Foti, Bolognini e Aghinolfi, così come l’assistente sociale Monopoli sono tornati liberi ma sono stati sospesi dalla loro professione per un periodo variabile dai sei mesi e un anno. Il primo cittadino di Bibbiano, senza più l’obbligo di dimora, è stato reinsediato nella sua carica. La vicenda poi è stata notevolmente ridimensionata dalle dichiarazioni del procuratore generale di Bologna, Ignazio De Francisi, secondo il quale non è mai esistito un “sistema Bibbiano generalizzato”. La stessa Commissione di esperti sul sistema degli affidi in Emilia Romagna, nominata dalla giunta Bonaccini, aveva dichiarato a suo tempo che “l’organismo dell’Emilia Romagna è sano, nonostante alcuni raffreddori”. Il tentativo di sminuire la gravità di questo marciume si è però rivelato vano davanti alle intercettazioni chock raccolte dagli investigatori anche dopo che il Pm Valentina Salvi disponesse la chiusura delle indagini chiedendo il rinvio a giudizio di 26 persone con 108 capi d’imputazione.
Dalle registrazioni dei colloqui telefonici fra gli operatori dei servizi sociali spuntavano chiaramente accordi e comportamenti criminali che avrebbero confermato il modus operandi di Federica Aghinolfi e dai suoi sodali. Venivano alla luce anche i dettagli fondamentali riguardanti la situazione sociale di diversi bambini mai giunte sulle scrivanie dei giudici al solo scopo di strappare i piccoli alle proprie famiglie senza alcuna autorizzazione della magistratura. Dalle chat si sarebbero palesate anche una sorta di deliri su convinzioni illogiche come, ad esempio, la presunta esistenza di una setta di pedofili che avrebbe compiuto magie diaboliche da cui i bambini dovevano essere liberati. Aghinolfi ed i suoi presunti complici, in buona sostanza, avrebbero descritto come pedofili ignari e onesti genitori di bambini sottratti con queste malevole strategie. Purtroppo, causa pandemia, anche questo processo ha subito una battuta d’arresto ma entro il 31 maggio le udienze riprenderanno.
L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo potrebbe trasformare i nuclei familiari considerati ”fragili” con minori a carico in potenziali prede da parte di operatori sociali senza scrupoli. Per garantire un futuro migliore ai bambini e alle famiglie che vivono condizioni di disagio il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha attivato e finanziato dal 2011 un programma sperimentale, il P.I.P.P.I.( acronimo di Programma di Intervento per la Prevenzione dell’Istitualizzazione), che in questi anni ha coinvolto 19 regioni. Grazie a questo programma, un’équipe di operatori valuta adeguatamente le famiglie che possono, in caso di necessità, usufruire delle risorse offerte dal progetto. Si è definita così una nuova policy, ovvero l’opportunità di indicazioni unitarie su cosa si può fare prima, durante e dopo un allontanamento di bambini. Sono linee di indirizzo importanti, ma non vincolanti, perché lo Stato non può legiferare su materie di competenza delle Regioni. Tali linee guida, lo ricordiamo, per avere valenza legale dovrebbero essere trasformate in leggi regionali. Non ci debbono essere altre Bibbiano, nessuno spegnerà i riflettori.