Lello, 41 anni, è stato ammazzato a Torre a Mare, frazione del capoluogo. Aveva scontato 17 anni per l’omicidio di Michele Fazio.
Bari – La scarcerazione di Raffaele “Lello” Capriati, figlio di Sabino e nipote di Tonino Capriati, quest’ultimo boss storico dell’omonimo clan, nell’estate del 2022, dopo 17 anni di carcere, era stata festeggiata a Bari Vecchia con fuochi d’artificio e video sui social. Ieri sera Lello, 41 anni, è stato ammazzato a colpi di pistola in via Bari, una delle principali arterie di Torre a Mare, borgo marinaro del litorale sud, alla estrema periferia della città. La sua morte rischia di riaprire una sanguinosa guerra di mafia in città.
Capriati è stato raggiunto da diversi colpi di pistola. Inutili i soccorsi e il trasporto al Policlinico, per lui non c’è stato niente da fare. Sul posto sono intervenute pattuglie della polizia, che hanno eseguito i primi rilievi per ricostruire la dinamica dell’agguato, che presenta ancora diversi lati oscuri. Gli agenti hanno accertato la presenza di quattro bossoli sull’asfalto, inoltre nelle vicinanze sono stati notati vetri in frantumi.
Lello Capriati era stato scarcerato nell’agosto del 2022 dopo aver scontato 17 anni di carcere per l’omicidio di Michele Fazio, il ragazzo ucciso per errore da una pallottola vagante a Bari vecchia mentre tornava a casa, una delle vittime innocenti della mafia barese con cui il 15enne non aveva nulla a che fare.
Il clan Capriati è una delle cosche storiche della criminalità organizzata barese. Il boss incontrastato è Antonio Capriati, condannato all’ergastolo per omicidio nel processo Dolmen con cui anni fa la magistratura fece luce sulle alleanze con la mafia del Nord-barese grazie anche alle rivelazioni del boss pentito Salvatore Annacondia. La pubblica accusa fu sostenuta dall’attuale governatore della Puglia, Michele Emiliano, ex sostituto procuratore antimafia finito al centro delle polemiche per aver raccontato di aver parlato con la sorella incensurata del boss al fine di proteggere il futuro sindaco Antonio Decaro, allora assessore alla Mobilità, minacciato durante i sopralluoghi per la chiusura al traffico di Bari vecchia.
L’omicidio di Lello Capriati riporta la tensione a Bari, città su cui incombe lo spettro di una nuova offensiva della criminalità organizzata. Le infiltrazioni mafiose nel tessuto finanziario ed economico messe in luce dalle recenti indagini della Direzione distrettuale antimafia, hanno indotto il ministro degli Interni Piantedosi a disporre l’insediamento di una commissione che dovrà valutare la necessità di procedere allo scioglimento del Consiglio comunale. Ipotesi che, a tre mesi dal voto, ha sollevato le proteste dell’attuale sindaco Antonio Decaro.