Bamboccioni tremate le mamme si sono svegliate

Il Tribunale di Pavia ha dato ragione a un’anziana che ha fatto causa ai propri figli: superati i 40 anni e con un lavoro non volevano andarsene di casa.

Roma – I figli “so’ piezz ‘e core“, ma anche il cuore di una mamma ha diritto al meritato riposo. Sarà un Natale triste quello dei due eterni bambini di Pavia ai quali, a quarant’anni suonati, il tribunale ha intimato di alzare le tende dalla casa materna entro e non oltre il 18 dicembre.

Visto l’aria che tira dovranno organizzarsi anche per il pranzo del 25 perché difficilmente, dopo aver riconquistato l’anelata libertà a colpi di carte bollate, la mamma intenderà averli di nuovo tra i piedi.

Il giudice ha ritenuto che la signora, 75 anni, avesse ampiamente adempiuto al suo dovere genitoriale e accolto la pretesa della donna di tornare padrona della sua casa. Che doveva fare di più? Ha accompagnato i figli fino al diploma e come tanti altri genitori italiani, in assenza di un immediato sbocco lavorativo dei ragazzi, continuato a mantenerli sotto il suo tetto. In seguito però i due fratelli una professione l’hanno trovato, ma non la forza, e soprattutto la voglia, di recidere il cordone ombelicale.

I “vitelloni” di Pavia sfrattati dalla mamma

Con vitto e alloggio garantito e uno stipendio sicuro la vita gli sarà sembrata un Bengodi, a che pro cambiare? E’ cominciato così un annoso braccio di ferro con la mamma che invece provava a convincerli a trovarsi un’altra sistemazione. Lamentando come i due non partecipassero minimamente alle spese familiari e non alzassero un dito per aiutarla nelle faccende domestiche. Avrebbero anzi continuato a comportarsi come due adolescenti, sporcando casa e rincasando in piena notte. Quando la convivenza è diventata insostenibile, la decisione della donna di portarli davanti ad un giudice.

Adesso per i due “vitelloni”, giunti alla tenera età di 42 e 40 anni, la pacchia è finita. La sentenza parla chiaro e sposa in pieno le ragioni della mamma, la giurisprudenza in casi come questi non fornisce margini d’interpretazione: raggiunta una certa età, un figlio non può pretendere l’obbligo di mantenimento. Una sentenza che una volta tanto non farà arricciare il naso al governo, impegnato com’è nella lotta senza quartiere alla denatalità. Se fossero tutti come i fratelli di Pavia, campa cavallo! Quindi, viva la mamma. E anche la giudice.

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