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Autovelox illegali, ecco come ottenere i rimborsi delle sanzioni

Dopo il sequestro da Nord a Sud degli apparecchi nel mirino, se la multa viene annullata, sono i Comuni a dover rimborsare i cittadini.

Roma – Come muoversi per i rimborsi delle sanzioni? E’ la domanda che si sono posti molti cittadini dopo la notizia del sequestro degli autovelox T-Exspeed v.2.0 in tutta Italia perché risulta illegittimo il sistema di rilevamento delle violazioni della velocità effettuate con questi dispositivi. Federconsumatori ha dato alcune dritte su come muoversi per i rimborsi. I cittadini che non hanno ancora pagato le sanzioni potranno chiedere lo sgravio in via amministrativa o fare ricorso per l’annullamento delle stesse secondo i termini di legge.

Chi ha pagato la sanzione potrà provare a chiedere l’eventuale rimborso, sul presupposto della accertata successiva illegittimità del rilevamento dell’infrazione. Il primo passo da compiere, infatti, è fare istanza di accesso gli atti al comune competente, per verificare l’omologazione dell’autovelox. Una volta accertata la mancata omologazione, si potrà fare ricorso, entro 60 giorni dalla notifica del verbale al prefetto, oppure entro 30 giorni al giudice di pace. In ogni caso i cittadini coinvolti possono rivolgersi agli sportelli di Federconsumatori per ottenere informazioni, indicazioni e assistenza.

L’Associazione dei consumatori rende chiaro anche qual è il ruolo del Comune. Nel caso in cui ai cittadini sia riconosciuto l’annullamento della sanzione o la restituzione delle somme indebitamente versate, infatti, sarebbero i Comuni (a cui le società private hanno dato in noleggio la strumentazione per la misurazione della velocità) a dover rimborsare gli utenti. Gli autovelox sono tornati di nuovo sotto inchiesta a fine luglio. La polizia stradale di Cosenza, ha sequestrato alcuni apparecchi ritenuti illegali sulla rete stradale della provincia calabrese e non solo. Il sequestro, infatti, ha riguardato apparecchiature presenti in vari comuni e città quali Venezia, Vicenza, Modena, Reggio Emilia, Pomarico, Cerignola, Pianezza, Piadena, Formigine, Arcola, Carlentini, San Martino in Pensiliis. 

Il provvedimento è stato emesso dal gip nell’ambito di un’attività d’indagine delegata dalla Procura di Cosenza dopo quanto emerso dagli accertamenti sulla “non legittimità del sistema di rilevamento delle violazioni della velocità effettuate con la strumentazione denominata T-exspeed v.2.0 con postazioni fisse per il rilevamento della velocità sia media che puntuale, dislocate lungo la statale 107 e la provinciale 234 del territorio della provincia di Cosenza e la statale 106″. Il legale rappresentante della società appaltatrice è stato denunciato in stato di libertà per frode nella pubblica fornitura.

Gli accertamenti effettuati, secondo quanto riferito dalla Polstrada di Cosenza, hanno consentito di appurare non solo la mancata omologazione ma anche l’assenza del prototipo del sistema di rilevamento, elementi indispensabili per accertare la legittimità delle violazioni rilevate da tali sistemi, di proprietà di società private che vengono date in noleggio a enti locali, con il rischio concreto di danno erariale nel caso di ricorso da parte di utenti a cui spesso i giudici aditi riconoscono oltre l’annullamento del verbale anche il risarcimento delle spese.

“Il prototipo depositato al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è risultato differente dalla versione modificata che la società ha fornito, in un secondo momento, ai Comuni. Da qui il provvedimento. Al momento gli autovelox T-exspeed v.2.0 sono stati scollegati“, ha detto Giancarlo Baiano dirigente della Polstrada di Cosenza.  Puntualizzando: “Il provvedimento è stato notificato alla società che fornisce questa tipologia di servizi con questo apparato e ovviamente anche ai comuni che hanno contratto d’uso con la società”.

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