Episodio sconcertante su un mezzo di trasporto pubblico del Trevigiano. Sul fatto indaga la polizia locale.
Treviso – Episodio sconcertante nel Trevigiano, dove un gruppo di ragazzini a bordo di un bus del trasporto pubblico condotto da una austista donna si è messo a intonare un coro a dir poco agghiacciante: “Stupro, stupro…”.
Il fatto è accaduto una ventina di giorni fa, ma solo oggi sta emergendo in tutta la sua gravità anche per il coro di indignazione – questo sì, legittimo – che ha suscitato, a livello locale e non. Sul fatto indaga la polizia locale di Treviso, tanto più che una pattuglia della municipale si trovava in quel momento proprio sullo stesso mezzo.
Secondo quanto si è appreso, l’autobus della Mom – Mobilità di Marca, la società di trasporto pubblico della Marca trevigiana, percorreva la tratta tra Conegliano e Pieve di Soligo, quando una trentina di ragazzi di rientro da scuola avrebbero iniziato a ripetere in coro le parole “stupro, stupro” all’indirizzo della conducente. Un episodio sconcertante, che i vertici della Mom hanno subito segnalato alle autorità. Non è la prima volta che violenze, bullismo e intemperanze verbali vedono protagonisti gruppi di studenti a bordo delle corriere del servizio pubblico.
Il presidente della società, Giacomo Colladon, ha subito informato del problema Questore e Prefetto di Treviso e si è detto sconcertato per l’episodio, che secondo lui è attribuibile “in larghissima misura a genitori che non fanno più i genitori”.
“Ho una certa età – aggiunge Colladon – e se avessi commesso una cosa simile mio padre mi avrebbe preso a calci nel sedere prima ancora di informarsi sui dettagli dell’accaduto. Invece qui siamo di fronte a famiglie assenti che non insegnano il rispetto per il prossimo, quando il prossimo è anche il conducente dell’autobus sul quale stai viaggiando o il controllore che ti chiede di esibire il biglietto”.
Il presidente di Mom evidenzia la grande collaborazione che sta ricevendo da forze di polizia ed autorità locali, le quali hanno subito individuato la trentina di ragazzi, quasi tutti minorenni, che avrebbero preso parte all’episodio. Si tratterebbe di figli di famiglie residenti nell’area di Pieve di Soligo (Treviso).
Come azienda, ha detto ancora, “non possiamo fare molto contro comportamenti di questo genere o altri, frequenti, di aggressioni a nostri dipendenti. Potremmo provare a rifiutare il rinnovo degli abbonamenti per un certo periodo ma questo comporterebbe conseguenze per noi sul piano legale. Provvedimenti di limitazione o di allontanamento, sul modello dei ‘Daspo’ – conclude Colladon – possono essere assunti solo dalle forze dell’ordine”.