Autismo, il Tar copia e incolla una vecchia sentenza per rigettare il ricorso delle associazioni

Carlo Hanau, presidente di A.P.R.I., denuncia: “I giudici non sono entrati nemmeno nel merito, senza la cancellazione della nuova Linea Guida per famiglie e pazienti sarà il far west”.

Roma – Con uno sbrigativo “copia e incolla”, non di un singolo paragrafo, ma di ben 275 righe di un precedente parere espresso dal Consiglio di Stato, per altro su altra materia, il Tar del Lazio ha bollato come inammissibile, senza entrare nel merito, il ricorso presentato da una nutrita schiera di associazioni per l’annullamento della nuova Linea Guida Guida emessa dall’Istituto Superiore della Sanità “per la diagnosi e il trattamento di bambini e adolescenti con disturbo dello spettro autistico”.

E’ quanto denunciano i ricorrenti (A.P.R.I. Associazione Cimadori per la ricerca italiana sulla
sindrome di Down, l’autismo e il danno cerebrale, Tribunale della Salute, AGSAS Associazione Genitori
Soggetti Autistici Solidale, Associazione l’Aliante) che definiscono “abnorme” la sentenza dei giudici amministrativi, contro la quale hanno già proposto appello al Consiglio di Stato”.

Il presidente Carlo Hanau

La questione attiene al metodo ma ancor più al merito, perché l’autismo è un mondo di sofferenza che in Italia chiama in causa non meno di 600mila persone, e altrettante famiglie, e drena non poche risorse al Servizio sanitario, un business che per altro non lascia insensibile il settore privato, da una parte del quale si sono levati i maggiori strali contro la “vecchia” Linea Guida del 2011, confermata tale e quale quattro anni dopo, e adesso spazzata via dalla “nuova”.

“A voler essere buoni possiamo concedere che i giudici amministrativi siano stati indotti in errore dallo stesso titolo assegnato dall’Istituto Superiore della Sanità ai due diversi documenti riguardo ai quali era stata presentata impugnazione – spiega il professor Carlo Hanau, presidente di A.P.R.I. -, decidendo di rigettare il secondo come era stato fatto dal Consiglio di Stato per il primo. Omettendo così di valutare che il primo ricorso concerneva una materia più limitata, per quanto rilevante, quella sui farmaci psicotici, e le quattro raccomandazioni contenute in un documento del 2021, mentre il secondo, con ben 8 articolati motivi di impugnazione, riguarda la più corposa nuova Linea Guida del 2023 che conta ben 253 pagine”.

Contro la sentenza del Tar del Lazio, le associazioni si sono appellate al Consiglio di Stato

Il cuore del problema sollevato dalle associazioni sta proprio nella nuova Linea Guida, all’interno della quale si sostiene che tutte le terapie psicoeducative che riguardano l’autismo sono egualmente prive di prova di efficacia, senza una scala di preferenza, con la conseguenza che essendo tutte sullo stesso piano molto basso vengono tutte raccomandate senza distinzione.

Si tratta di un inaccettabile liberi tutti che apre le porte ad un far west terapeutico – denuncia Hanau – Senza una scala di preferenza che distingua un approccio, se non eccellente perlomeno buono, da altri che hanno qualificazione nulla, il rischio concreto è quello di riconoscere nuova agibilità a pratiche mediche da tempo superate, perfino di riesumare l’ormai abbandonata teoria psicogenetica dell’autismo in base alla quale sono le madri “cattive” a produrre figli autistici.” Facendo di tutta l’erba un fascio, paventano le associazioni, la “nuova Linea” firmata dall’ISS spalanca intere praterie al cospetto di veri e propri ciarlatani del settore, non da ultimo limita pericolosamente la libertà di scelta delle famiglie.

Se con la vecchia Linea Guida una famiglia poteva scegliere per il proprio figlio autistico terapie psico educative come l’Analisi applicata del comportamento – conclude il professor Hanau – magari appellandosi alla magistratura con la speranza di avere un via libera in tempi brevi, già adesso ottenere lo stesso pronunciamento è diventato più arduo, in presenza di un documento governativo che non distingue l’efficacia di una pratica dall’altra. Il risultato è un appiattimento generale che induce le Asl a promuovere quella meno dispendiosa“.

Ora l’attenzione delle associazioni si sposta sul Consiglio di Stato, di fronte al quale hanno impugnato la sentenza del Tar. Nella speranza che i giudici, almeno questa volta, scelgano di entrare nel merito dei rilievi proposti.

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