Sono migliaia in Italia ed il primato spetta alla Sicilia che, da anni, ne ha visto moltiplicare il numero. Sono impiegati, artigiani e insegnanti ma anche professionisti e funzionari con la comune passione per il palcoscenico.
Catania – Il teatro in lingua o in vernacolo attrae un numero sempre maggiore di estimatori ma con i tempi che corrono cinema e palcoscenici hanno dovuto chiudere i battenti. Negli anni scorsi c’è stato un vero e proprio “boom” di presenze che ha riguardato anche il settore degli attori dilettanti, sempre più attivi tramite associazioni e sodalizi di categoria. In Italia si contano migliaia di artisti non professionisti che per passione calcano le scene di teatri anche prestigiosi o di quelli comunali che, spesso, nulla hanno da invidiare alle più blasonate strutture di recitazione, specie per quanto attiene gli spettacoli in locandina. Alla Sicilia si deve il primato del maggior numero di compagnie di attori dilettanti che operano sul territorio con artisti che si dedicano in particolare, al teatro dialettale.
Si tratta di impiegati, professionisti, artigiani e appassionati delle scene che dedicano parte, o gran parte, del loro tempo libero a calcare le scene per recitare le commedie dei più famosi autori e drammaturghi italiani e stranieri. Ne abbiamo parlato con uno dei più noti artisti dialettali e non che vive in Sicilia, a Pedara in provincia di Catania. Pippo Grillo, 75 anni e non sentirli, già noto come parrucchiere per uomo nella sua cittadina etnea, è un artigiano con una straordinaria passione per la recitazione.
L’attore conta un attivo di centinaia di spettacoli a cui ha partecipato anche come primo protagonista preferendo le parti comiche ma senza disdegnare quelle drammatiche. Farse e commedie in vernacolo, però, rimangono le sue preferite:”… La mia è una vocazione autentica – dice Grillo – ma da uomo della strada. E non sono certo il solo. Ho colleghi che fanno i mestieri più diversi ma ci sono anche insegnanti, avvocati e impiegati. Il sacro fuoco dell’arte accende i cuori di chiunque sia sensibile al richiamo delle scene. Attori si nasce diceva Totò ed è vero. Poi poco importa se fai un altro lavoro e sbarchi il lunario magari facendo il camionista. Sul palcoscenico diventi un altro, ti senti un altro. Fai ciò che recita il copione oppure, per i più bravi, vai a braccio e se hai talento la gente se ne accorge. E te lo dimostra con gli applausi o senza…”.
Qualcuno di voi ha fatto scuola di recitazione o altro tipo di formazione prima di salire sulle quinte?:”…Personalmente no – aggiunge Grillo – anzi, se debbo essere sincero una sorta di formazione l’ho fatta ma sulla strada. E continuo a farla in bottega dove trovo l’ispirazione per interpretare i diversi personaggi che, da caratterista, ho imparato a conoscere e amare. Mastro Don Gesualdo, Il malato Immaginario ed altri, se vogliamo rimanere sul serio, sono lavori affascinanti che manderebbero in visibilio qualsiasi attore dilettante al solo pensare di poterli realizzare davanti al pubblico che affolla sempre più numeroso i teatri comunali. Ho avuto la fortuna di interpretare quasi tutte le commedie dei grandi autori italiani e con ruoli da protagonista…”. Che cosa chiede il pubblico ad una compagnia di attori dilettanti?:”…Anche questo tipo di pubblico è esigente – continua Grillo – e pretende attrici e attori bravi e che sappiano comunicare emozioni. Sia nel comico che nel drammatico. L’improvvisazione, anche nell’artista dilettante, è mal tollerata e non paga. Insomma devi avere talento. Forse più dei tuoi colleghi professionisti. Pardon, ho detto colleghi… Forse qualcuno si offenderà…”. Dal punto di vista economico non siete retribuiti in quanto volontari ma come fate con le spese?:”… Ci arrangiamo sennò che italiani saremmo? – afferma Pippo sornione – ne ho fatti di chilometri gratis… Magari spendendo dieci volte il piccolo rimborso donato dagli impresari, anche loro volontari… La passione è passione e come tutte le cose voluttuarie si paga. Anche a caro prezzo. Mica te l’ha prescritto il medico di fare l’attore… Ho un lavoro che mi consente di mantenere la famiglia e ciò mi basta e avanza. Il teatro, per me, è linfa vitale. Poi viene tutto il resto… Uno, Nessuno e Centomila…”.
Quanto tempo dedica un attore dilettante al proprio hobby?:”… Tanto, troppo – conclude Pippo Grillo sorridendo – si sacrificano i sabati e le domeniche e pure qualche festa comandata. Poi ci sono le prove che possono durare anche mesi e ti occupano diversi giorni a settimana. La famiglia ti guarda storto ma che vuoi farci? Il richiamo è talmente forte che dimentichi tutto. Ma ogni volta che si apre il sipario l’emozione è sempre quella della prima volta. Quando scatta l’applauso senti che ce l’hai fatta, che sei riuscito a raggiungere l’anima del pubblico. Questa è la vita degli attori dilettanti a cui basta sapere che vi siete divertiti…”.