Attentato a Trump: si dimette la direttrice del Secret Service, Kimberly Cheatle

La responsabile della sicurezza, incalzata in audizione dai membri del Congresso a Washington ha ammesso il suo fallimento.

Washington – Ammettendo il fallimento, si è dimessa la direttrice del Secret Service, Kimberly Cheatle, da ormai dieci giorni nella bufera per i gravi errori commessi nella gestione della sicurezza al comizio in Pennsylvania durante il quale Donald Trump è scampato a un tentato assassinio. Una decisione arrivata all’indomani della sua audizione al Congresso di Washington durante la quale era stata duramente attaccata non solo dai repubblicani, ma anche da esponenti democratici. Incalzata dalle domande, la Cheatle ha ammesso la sua totale responsabilità per le falle del Secret Service nel tentato omicidio a Donald Trump, e che si è trattato del caso più grave dai tempi dell’attentato a Ronald Reagan nell’81.

Le immagini dopo l’attentato a Trump

In audizione davanti alla commissione Vigilanza della Camera americana, la direttrice del Secret Service Usa (Usss) aveva ammesso: “La missione solenne dei servizi segreti è proteggere i leader della nostra nazione. Il
13 luglio abbiamo fallito
“. Così Cheatle nella dichiarazioni preparate per quella difficile audizione dopo l’attentato a Donald Trump. “In qualità di direttore del Secret Service degli Stati Uniti, mi assumo la piena responsabilità per qualsiasi errore nella sicurezza“, aveva aggiunto. Nel documento preparato per l’audizione, aveva sottolineato: “l’agenzia deve sapere cosa è successo e muoverò cielo e terra per garantire che un incidente come quello del 13 luglio non si ripeta. Pensare a cosa avremmo dovuto fare diversamente non è mai lontano dai miei pensieri”.

Inevitabili le domande; lei è lì, unico bersaglio e sotto mandato di comparizione, deve rispondere alla domanda principe: “come è avvenuto sotto il suo controllo il più grande fallimento dei servizi segreti degli ultimi quattro decenni?”. Domanda che, finita l’esposizione di quanto è accaduto il 13 luglio, arriva puntualmente. “Questa domanda che lei ha fatto me la sono fatta anch’io. Ho chiesto di avere altri elementi.”  E poi: “Sarò il più trasparente possibile quando parlerò con voi, pur comprendendo che a volte potrei essere limitata nel fornire una risposta esauriente in questo contesto aperto a causa dei rischi associati alla condivisione di metodologie di protezione altamente sensibili”. 

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