Dal frammento tratto da “Le mammelle di Tiresia” di Poulenc alla musica Klezmer che ispira Kaufmann e Kovacs, dallo sguardo “popular” di Bliss, Bernstein e Garbarino alla multiculturalità contemporanea di Tarik O’Regan: è un programma anomalo quanto suggestivo quello in programma a Milano con Vittoria Licostini, Alessandro Licostini e Simone Faraoni.
MILANO – Un concerto singolare inaugura la parte “classica” dell’Atelier Musicale, la rassegna organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio alla Camera del Lavoro di Milano. Il trio composto da Vittoria Licostini (soprano), Alessandro Licostini (clarinetto) e Simone Faraoni (pianoforte) presenterà stasera (ore 17.30; ingresso 10 euro con tessera associativa di 5/10 euro) una serie di frammenti che, nel loro insieme, formano un mosaico sonoro nel quale è il pezzo singolo, spesso un song, e non l’opera intera ad acquisire un senso e, nell’insieme, a farci conoscere un Novecento articolato e sorprendente, soprattutto nell’uso della voce.
Dal frammento tratto da “Le mammelle di Tiresia”, che Poulenc musicò con la sua verve ritmica, alle introspettive canzoni giapponesi dell’americana Margaret Garwood, dalla lirica pagina di un gigante quale Bruno Bettinelli allo sguardo “popular” di Bliss, Bernstein e Garbarino per giungere al mondo della musica Klezmer che ispira Kaufmann e Kovacs e alla multiculturalità contemporanea di Tarik O’Regan, la musica si snoda sorprendente e variata, richiedendo una competenza non comune agli interpreti di un programma così anomalo quanto suggestivo. L’eccellente trio in scena alla Camera del Lavoro di Milano è composto da musicisti che si conoscono da anni e che collaborano insieme ad allestimenti, produzioni e concerti in ambito cameristico e operistico.
Vittoria Licostini ha bruciato le tappe di una carriera vocale i cui studi in ambito lirico sono cominciati solo nel 2015, ma da allora ha interpretato innumerevoli e importanti pagine operistiche e di musica vocale. Alessandro Licostini, strumentista e didatta, è conosciuto in Italia e all’estero come interprete e ideatore di innovative imboccature per clarinetto, con una formazione multiforme come i suoi interessi. Concertista esibitosi in tutto il mondo, apprezzato anche come direttore d’orchestra, studioso della chimica e della fisica del suo strumento, Licostini è una figura di riferimento del clarinetto contemporaneo. Infine, Simone Faraoni è, oltre che apprezzato pianista, direttore di coro e compositore, studioso di antropologia ed etnomusicologia e pratica diversi generi musicali, tra cui la canzone d’autore e il canto popolare, soprattutto corale. Un trio fenomenale per un concerto di grande appeal.