Perduca: “Richieste di accesso agli atti, poi avvieremo ulteriori iniziative di messa in mora della violazione dei diritti umani” in cella.
Roma – Dopo l’83esimo suicidio in carcere, l’Associazione Luca Coscioni, che ad agosto scorso ha diffidato
le 102 ASL competenti per la salute dei 189 istituti di pena italiani, torna ad appellarsi alle istituzioni perché si assumano le responsabilità di rispettare i diritti umani degli oltre 62mila detenuti in Italia. “Malgrado l’aggravarsi della situazione l’attenzione di Governo e Parlamento alla cosiddetta emergenza sovraffollamento è scomparsa. Neanche la metà delle 102 ASL che abbiamo diffidato ci ha risposto e nessuna ci ha fatto sapere cosa abbia rilevato nelle visite di controllo in carcere”, afferma Marco Perduca che per l’Associazione Luca Coscioni coordina le attività per la salute in carcere.
“Per questi motivi – prosegue Perduca – sono in corso altrettante richieste di accesso agli atti per capire come siano state fatte le visite e cosa abbiamo registrato. Tra l’altro lo scorso 27 novembre è stato divulgato il rapporto dell’Osservatorio penitenziario adulti e minori elaborato su statistiche del Dap e del Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità aggiornate al 25 novembre scorso che conferma il cronico sovraffollamento, disomogeneità regionali e inagibilità strutturali. Ma non si ha notizia di dibattiti o ‘indignazione’ istituzionale”. “L’aspetto della relazione che desta maggior preoccupazione – denuncia Perduca – è l’assenza di informazioni relative ai servizi socio-sanitari all’interno degli istituti penitenziari,
pilastro della tutela della salute di chi è privato della libertà”.
I “pochi dati, presentati peraltro in maniera discontinua, possono forse delineare il contesto nella sua
globalità ma non consentono di comprenderne a fondo le dinamiche e le specificità istituto per istituto. Possibile che il Ministro Nordio continui a disinteressarsene? Cos’ha da dire il Dap? Che fine ha fatto l’indagine conoscitiva della Commissione giustizia della Camera?”. Non appena arriveranno i documenti richiesti l’Associazione Luca Coscioni avvierà ulteriori iniziative di messa in mora della violazione dei diritti umani in carcere.